di Cesare Lanza
Scommettiamo che riscopriremo a poco poco l’importanza e la validità di ciò che è vecchio e la bellezza di quel nuovo che ci possa portare freschezza e utilità? A Matteo Renzi abbiamo rivolto mille critiche e molte altre gliene potremmo rivolgere, dopo la. finzione della sua uscita di scena. Penso però che la sua cialtronata più rozza (umana, intellettuale, culturale e politica) sia stata questa: non solo aver proclamato la necessità di rottamare ciò che è vecchio, ma averci tolto la speranza di poter confidare nell’utilità di ciò che è nuovo. Uno scadente tatticismo, intessuto negli slogan e finalmente smascherato. L’ex premier ha rottamato solo ciò che gli dava noia e fastidio, però cinicamente utilizzando schemi, persone e astuzie di quella vecchia politica (a cui appartiene) che gli faceva comodo. E, con promesse strumentali di novità pasticciate e innovazioni irrealizzabili, da una parte ha provato a confonderci le idee, e dall’altra ha demolito le nostre speranze nel domani (speranze fondamentali, quelle che muovono il mondo). Renzi no n era il nuovo che avanza, ma l’avanzo del vecchio. Ebbene, scoperto il suo bluff, ho fiducia – come succede dopo ogni grossolano estremismo – che torneremo a un saggio equilibrio: tra le le esperienze importanti di ciò che è vecchio e va salvato, e.il nuovo che deve essere accolto con fiducia, a braccia aperte. Il criterio per una valutazione seria è un o solo: il merito. Chi ha meritato in passato, va sorretto comunque ricordato come un modello. E chi merita oggi, senza strilli, bugie e inganni, sarà prezioso per il nostro futuro.
Cesare Lanza, La Verità