Di Cesare Lanza
Scommettiamo che se vincerà il No, faremo un passo avanti nei cruciali rapporti del governo con l’Europa e l’informazione? E, viceversa, le nostre libertà saranno ancor più soffocate, se prevalesse il Sì? Ho già confidato la mia insofferenza, sull’Europa. La Costituzione è stata massacrata dall’ingresso nell’Ue nel valore fondamentale: la nostra sovranità popolare non esiste più. Con le riforme, si poteva sperare in qualche aggiustamento, ispirandoci ad altri Paesi. Macché! Nella riforma renziana, la subordinazione è prevista formalmente! E l’informazione? Mai i predecessori di questo invasivo premier avevano osato tanto. Uno spazio importante, magari a denti stretti, spettava alle opposizioni. Oddio, certo nella riforma costituzionale la soppressione della libertà di stampa – almeno per iscritto – non c’è. Ma, nei fatti, in due anni e mezzo Renzi ha arraffato quasi tutto: nella carta stampata ha preteso l’uscita di direttori scomodi come Ferruccio de Bortoli dal Corriere della Sera e Maurizio Belpietro da Libero (il primo si è rintanato in un ruolo, accorto, di commentatore; il secondo è un lottatore, ha fondato questo giornale). E le voci critiche si contano sulle dita di una mano. In tv Renzi si è preso tutto, in Rai perfino la terza rete, e ha silenziato i conduttori scomodi. In Mediaset, lo stesso Berlusconi ha detto che il premier è molto temuto. Qualcosa mi dice che, se prevarrà il Sì alle sue melliflue riforme, l’ingordo Matteo vorrà domare anche il Web, oggi pieno di frizzi e lazzi e impertinenze verso di lui. Mandiamolo a casa, amici miei, prima che sia troppo tardi.
Cesare Lanza, La Verità