Il ministero della Salute mette all’indice Gauloises e Gitanes. Ci vogliono pacchetti neutri per non incoraggiare il fumo
Gauloises e Gitanes, le sigarette che da più di un secolo sono uno dei simboli dell’identità francese, potrebbero scomparire presto vittime del loro stesso successo. Una nuova legge, «voluta dall’Europa» come tutte le norme impopolari, obbliga infatti i produttori di tabacco a non dare nelle confezioni impressioni errate, legate a mascolinità, femminilità, forza fisica, giovinezza e socialità. Le Gitanes, con la silhouette della zingara che danza avvolta nel fumo, rappresentano a giudizio della ministra della Salute Marisol Touraine un’icona femminile fuorviante, e le Gauloises, con l’elmo alato simile a quello poi adottato da Asterix, danno una errata sensazione di forza e di mascolinità.
Prodotti mitici
C’erano già così tante evidenti ragioni per smettere di fumare Gauloises e Gitanes che non si sentiva certo il bisogno di trovarne una anche nelle loro confezioni. Ma la decisione del governo francese, se voleva colpire prodotti che hanno successo perché quando li consumi ti fanno sentire un altro, ha certamente colto nel segno. Nessun’altra sigaretta è stata infatti per così tanto tempo il simbolo della sinistra intellettuale, che prima di diventare «gauche-caviar» è stata a lungo «gauche-Gitanes».
Negli Anni 50 e 60 le immagini di Jean-Paul Sartre, Albert Camus e Simone de Beauvoir seduti al Café de Flore, a Le Dome o a Les Deux Margots li mostravano sempre avvolti in una nuvola di fumo, con una Gitane o una Gauloise tra l’indice e il medio della mano sinistra, davanti a un posacenere già pieno di mozziconi. Gainsbourg, l’autore di Je t’aime… moi non plus, bruciava cinque pacchetti di Gitanes al giorno. Le fumavano anche George Orwell, Pablo Picasso, Coco Chanel, Jacques Brel, e persino John Lennon aveva sempre in tasca il suo pacchetto di Gauloises. Sembrava che nessuna buona idea progressista potesse scaturire dal cervello senza l’aiuto di quella miscela di tabacco nero chiamata Caporal, che conteneva una parte di Latakia, il tabacco siriano affumicato a cui andava il merito di quel retrogusto un po’ dolciastro che attutiva la prima impressione, forte e amara. Alla ventesima sigaretta, però, certe sottigliezze non si notavano più.
In Italia Gitanes e Gauloises sono arrivate con i film noir francesi degli Anni 30, nei quali Jean Gabin amava, sparava, era ferito e moriva sempre con una sigaretta all’angolo della bocca, e poi con quelli più impegnati di Jean-Luc Godard (Belmondo in À bout de souffle) e François Truffaut. Gli intellettuali, quasi esclusivamente quelli di sinistra, le hanno subito adottate come fossero una carta di riconoscimento reciproco. Marco Pannella è stato uno dei primi, e ha fumato due pacchetti di Gitanes al giorno per quasi tutta la vita. Anche i ragazzi del ’68 riempivano le aule occupate del loro fumo acre e scuro. Le Gitanes erano le preferite: il pacchetto rettangolare bianco, blu e nero era elegante, aveva un coperchio e non gonfiava le tasche. Accenderne una comportava un particolare rituale, che consisteva nel battere l’estremità della sigaretta sul pacchetto per compattare il tabacco e farne cadere i pezzetti volanti. C’era poi il vantaggio che le ragazze non te ne chiedevano mai una, perché a loro non piacevano.
«Papier mais»
Sarebbe sbagliato però sostenere che le più note «brune» francesi siano state solo le sigarette degli intellettuali. Nelle due guerre mondiali del secolo scorso fumare le Gauloises era considerato in Francia un segno di patriottismo e le Gitanes sono state anche le sigarette di operai e contadini: la versione «papier mais», con la carta gialla, è stata lanciata proprio per aumentarne il consumo tra chi lavorava nei campi e avvolgeva abitualmente il tabacco nelle foglie di granoturco. Nel mirino del governo francese ci sono anche altri marchi come le Marlboro Gold e le Lucky Strike e così i produttori di sigarette hanno inviato una lettera al primo ministro Manuel Valls, il quale, con tutti i problemi che ha, ora dovrà occuparsi anche di questo. Come ha scritto Le Figaro, difficilmente però i fumatori francesi accetteranno che Gauloises e Gitanes escano dai loro storici e familiari contenitori: e se diventeranno frutti proibiti, sarà anche più divertente procurarseli e più gustoso consumarli.
La Stampa