Eni a New York: produzione record nel 2017 e conti solidi con il barile a $50

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L’Eni prevede di tagliare il traguardo record degli 1,84 milioni di barili di produzione quotidiana nel corso del 2017. E con il prezzo del barile risalito a 50 dollari e olte, se le quotazioni terranno, smettera’ di bruciare cassa, ottenendo quella che viene definita la “cash neutrality”.
Il colosso petrolifero e energetico italiano ha tenuto banco ieri a Manhattan con il suo Investors’ Day, l’appuntanento con i grandi investitori americani e internazionali organizzato per la prima volta nella capitale della finanza statunitense. Si sono presentati in una trentina, da BlackRock a Ubs, in rappresentanza del 2,5% del capitale complessivo e di un contingente nordamericano che e’ il 30% degli investitori istituzionali globali nel gruppo.
L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha evocato, nella sala dell’albergo St. Regis teatro del meeting, significativi passi avanti di crescita e efficienza. “In meno di tre anni abbiamo raggiunto la maggior crescita organica nel settore, con un incremento della produzione del 15%, pari a oltre 250.000 barili al giorno, e siamo vicini a raggiungere livelli record per l’Eni nonostante una riduzione del 33% nelle spese di capitale e del 23% nelle spese di gestione”. Descalzi ha sottolineato che l’azienda ha dimezzato il “breakeven” dei progetti, come testimoniato dalla cash neutrality a 50 dollari al barile dai 127 dollari del 2013.
L’appuntamento dell’Eni si e’ anche distinto per una curiosa coincidenza: a pochi passi dal St. Regis si erge la Trump Tower, il quartier generale del presidente eletto Donald Trump che proprio nelle stesse ore ha dato il segnale di quanto la poltica energetica sia cruciale per gli Stati Uniti nominando il top executive di Exxon Mobil, la piu’ grande compagnia quotata dell’oro nero, Segretario di Stato. Trump ha completato le scelte ieri mettendo il dicastero dell’Energia in mano a Rick Perry, ex rivale nelle primarie ed ex governatore dello stato per eccellenza dei pozzi petroliferi, il Texas.
Descalzi non ha mancato di sottolineare che l’esperienza internazionale di Tillerson al comando di Exxon sara’ “positiva” per il suo nuovo incarico alla guida della diplomazia statunitense. Parlando della sanzioni alla Russia, le ha definite una “questione politica tra Usa e Ue” e affrontando il tema della casi di governo ha affermato che e’ stata breve e non ha avuto effetti per le attivita’ del gruppo.