di Cesare Lanza
Scommettiamo che, nonostante il drastico risultato del referendum, la politica italiana tornerà alle misere, sciagurate abitudini, assolutamente lontane dal voto popolare? Ho scritto questa nota ben prima, deliberatamente, delle decisioni del Quirinale. Non ho voluto lasciarmi condizionare dagli spifferi che arrivano dal Colle, dalle previsioni, dalle cronache. Il mio stato d’animo è pessimo, dunque pessimista la mia scommessa. Non mi piace l’atmosfera che si è creata nella politica e nella comunicazione, a poco a poco, dopo il voto. E mi dispiace perché la mia delusione al momento sfiora, ma forse domani investirà, il galantuomo, Sergio Mattarella, che dovrà pilotare la crisi, solo in apparenza improba. Ma insomma! I messaggi del 60% degli elettori sono stati forti e chiari: ì. Bocciatura totale delle riforme (pasticciate e incomprensibili) ideate dal premier e dalla sua ministra del cuore, Maria Elena Boschi. 2. Matteo Renzi vada a casa. 3. Tornare al più presto al voto, varando in tempi record una corretta ed equilibrata legge elettorale. Quindi, se l’analisi è giusta, le decisioni del Quirinale mi apparivano semplici. Più precisamente, una sola decisione! Questa: designare per Palazzo Chigi un personaggio istituzionale (Renzi assolutamente no), accettato dalla maggioranza delle forze politiche, con un solo mandato. Correggere lTtalicum oppure varare una nuova legge per regolamentare il voto, anticipando la sentenza della Consulta, previstaper il 24 gennaio. In tempi brevi. E successo questo ieri? E questo si svilupperà nei prossimi giorni? Temo proprio di no.
di Cesare Lanza, La Verità