di Cesare Lanza
Scommettiamo che vince il No? Anche se mi preoccupano due cose: il gigantesco e dispendioso (a spese nostre!) sostegno che Matteo Renzi ha dato a se stesso, per la sua sciagurata riforma; e i temibili pasticci sul voto degli italiani all’estero. Ma tiremm innanzi Bocciare il premier ci darebbe il piacere di spazzare via le chiacchiere e spregiudicate bugie. La prima, sul – presunto – merito, con il condimento ormai celebre della famosa minaccia: se perdo, lascio il governo e la politica. Ma quando i più famosi costituzionalisti lo
hanno sbeffeggiato sul merito, Renzi ha fiutato il nervosismo degli elettori: dietrofront! Niente più dimissioni.
Accantonato il merito. E pronto un nuovo slogan, incentrato sulle «cattive compagnie». Ridicolo! La Costituzione, dopo la guerra, fu varata doverosamente con l’accordo tra opposte forze politiche. Erano «cattive compagnie»?! Allo stesso modo, se si vuole cambiarla, bisognerebbe raccogliere il più ampio sostegno possibile. Invece Renzi, sostenuto lui sì da discutibili alleanze, si infischia delle opposizioni. Infine, l’ultimo totem: la «stabilità», che il parolaio toscano ci assicurerebbe. (Non dimentichiamo che Renzi aveva debuttato riempiendo la sua bocca e le nostre orecchie di un’altra magica parola, il «cambiamento»). Ma quale stabilità? Quella del debito che aumenta? E della subordinazione in Europa ad Angela Merkel? 0 della disoccupazione? 0 dei poveretti che non possono curarsi perché non hanno i soldi? 0 dei giovani che fuggono all’estero per trovare lavoro e realizzare i loro sogni? 0 dei terremotati afflitti dal freddo, che aspettano gli aiuti annunciati?
di Cesare Lanza, La Verità