Iva agevolata sugli e-book, ecco la proposta europea

Share

La Commissione presenta oggi delle norme per semplificare il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto per chi fa e-commerce: previsto un portale fiscale unico per il mercato comune, agevolazioni per le piccole imprese e la possibilità di uniformare l’aliquota delle pubblicazioni digitali a quelle di carta.

 ipad-ebook-readerUn solo portale per versare l’Iva sulle vendite online, in tutti i Paesi europei. Procedure agevolate per le piccole imprese e le startup. E la possibilità di parificare l’imposta su e-book e altre pubblicazioni digitali a quella su libri e periodici di carta. La Commissione presenta giovedì mattina un nuovo tassello per la costruzione del mercato unico del digitale, una serie di proposte di legge per semplificare il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto da parte dei siti di e-commerce. Al momento un vero (e costosissimo) rompicapo, visto che l’Iva va versata nel Paese dell’acquirente e la registrazione arriva a costare 8mila euro per ogni nuovo mercato. Una giungla di 75 diverse aliquote che la stessa Unione ha contribuito a creare, e che ora prova invece a sfrondare.
La prima proposta riguarda il cosiddetto One Stop Shop, il portale unico dell’Iva. In sostanza una società che vende online beni o servizi in diversi Paesi europei non dovrà più registrarsi in ogni singolo territorio, ma potrà versare una volta ogni tre mesi tutta l’Iva dovuta nel mercato comune da un solo sportello online, accessibile dalla propria nazione. Il sistema, spiega Bruxelles, è già stato sperimentato dall’anno scorso per le vendite di servizi digitali come per le app per gli smartphone, l’hosting di siti web o la fornitura di software, e che estesa all’e-commerce di beni fisici potrebbe far risparmiare alle imprese 2,3 miliardi di euro l’anno in minori costi per gli adempimenti fiscali.
E la vita sarà ancora più facile per le piccole imprese e le startup, quelle più penalizzate dagli oneri burocratici che le norme sull’Iva portano con sé. La proposta della Commissione prevede che le aziende che vendono all’estero meno di 10mila euro l’anno, una soglia al di sotto della quale secondo Bruxelles si trovano il 97% delle micro aziende europee, possano continuare ad applicare le regole sull’Iva applicate nel proprio Paese. Mentre quelle che restano sotto i 100mila euro potranno beneficiare di norme semplificate per l’identificazione dei clienti, uno degli aspetti più contestati da parte delle imprese. Queste soglie potrebbero entrare in vigore nel 2018 per i servizi digitali e nel 2021 per la vendita online di prodotti fisici. Nel frattempo Bruxelles propone anche di cancellare l’esenzione dal pagamento dell’Iva sulle importazioni inferiori ai 22 euro dai Paesi extra Ue, che secondo i tecnici della Commissione costituisce un canale di frodi e abusi.
L’ultimo punto, da anni molto discusso, riguarda l’Iva sulle pubblicazioni digitali, dagli e-book ai quotidiani. Come altri Paesi europei, dall’inizio 2015 l’Italia ha abbassato l’aliquota dal 22 al 4%, allo stesso livello dei libri cartacei, salvo incorrere in una sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea. Ora la Ue vuole permettere ai Paesi (pur senza obbligarli) di pareggiare le aliquote tra prodotti digitali e cartacei.
Nel complesso un pacchetto di misure atteso e molto positivo secondo il presidente di Netcomm, il consorzio italiano del commercio elettronico, Roberto Liscia: “Andrà a semplificare soprattutto la vendita online di beni fisici – spiega – la Ue sta facendo molto per rendere omogeneo il mercato europeo dell’e-commerce”. Le proposte infatti seguono altri recenti interventi a sostegno del commercio elettronico come l’abolizione del geoblocking o la facilitazione delle consegne a domicilio, e arrivano (quasi) in linea con i tempi annunciati dal commissario per il Mercato unico digitale Andrus Ansip: erano previste per il terzo trimestre del 2016. Ora però, per essere approvate, dovranno passare al vaglio del Parlamento e quindi dei governi europei.

Filippo Santelli