Il presidente dell’Emilia Romagna: “La nostra legge tutela i bimbi fragili, a rischio con coperture sotto il 95%”
Presidente Stefano Bonaccini, come è nata la proposta di legge per l’obbligo di vaccinazione dei bimbi che accedono ai nidi in Emilia-Romagna?
«Siamo partiti dall’osservazione che le nostre coperture vaccinali erano scese, già dal 2014, sotto la soglia del 95%, che come stabilisce l’OMS garantisce la miglior protezione a tutta la popolazione. Per noi il diritto e la tutela della salute viene prima di tutto. E deve valere per tutti. Per proteggere la salute dei bambini, in particolare di quelli più fragili perché affetti da patologie croniche o del sistema immunitario, dovevamo agire. Anche perché per questi bambini, che non possono vaccinarsi, l’unica possibilità di frequentare una comunità è quella che tutti gli altri siano vaccinati. Riteniamo di aver fatto una scelta di buon senso, di civiltà».
Molti ricordano la neonata morta di pertosse, a Bologna a fine 2015, in Toscana in questi giorni è allarme meningite…
«I vaccini sono strumenti efficaci per prevenire questi fatti drammatici, e lo sono se la copertura è adeguata. Purtroppo negli ultimi anni, con la riduzione delle coperture vaccinali, stiamo osservando un aumento dei casi di pertosse nei bambini sotto l’anno di età, proprio quando la malattia è più pericolosa. Inoltre continuiamo a registrare casi di morbillo, con complicanze anche gravi, che potrebbero tranquillamente essere evitati. Va poi ricordato che per la stragrande maggioranza delle malattie prevenibili con i vaccini non esistono cure alternative. Insomma noi non vogliamo che si debba avere paura di contrarre malattie che da decenni avevamo debellato».
Che tempi avranno le famiglie per adeguarsi e cosa succede a chi pur non essendo già vaccinato già frequenta un nido?
«L’anno in corso sarà di transizione, utile alle famiglie con bambini che già frequentano il nido per adeguarsi. La legge sarà vincolante a partire dal prossimo settembre, sia per le nuove domande di iscrizione, sia per chi ha già frequentato. E i prossimi mesi li utilizzeremo per una straordinaria campagna di sensibilizzazione e informazione e controinformazione. Per questo abbiamo costituito la Commissione regionale vaccini con i rappresentanti di tutti i professionisti, così da rafforzarne il supporto scientifico».
Siete la prima Regione a compiere questo passo: quanto consenso c’è sul territorio?
«Nel percorso di approvazione della legge abbiamo coinvolto davvero tutti, abbiamo avuto un appoggio incondizionato dai professionisti, dagli amministratori locali e dai gestori dei nidi. E questa è stata un’occasione per far sentire la voce dei tantissimi genitori a favore dei vaccini. Sentiamo di avere l’appoggio della comunità medica e scientifica, e della stragrande maggioranza delle famiglie».
Crede che altre Regioni vi seguiranno?
«Penso proprio di sì, penso alle dichiarazioni di Nicola Zingaretti e Debora Serracchiani. Ma anche Marche, Umbria e Toscana mi pare intendano provarci » .
Per il Codacons però una legge simile è impugnabile, perché richiede quattro vaccini obbligatori che però vengono somministrati nell’esavalente con altri due solo raccomandati. Cosa replica?
«Che da qui a giugno saremo in grado di dare risposta a chi vorrà scegliere solo i quattro obbligatori».
La riforma costituzionale riporterebbe allo Stato la competenza in campo sanitario. Se passasse, auspica un’iniziativa analoga alla vostra da parte del ministero?
«Se stiamo al merito dei contenuti della riforma mi ritrovo coerente con la mia storia nei partiti che hanno accompagnato il superamento del Pci. Da oltre vent’anni faccio iniziative che chiedono esattamente ciò che oggi viene proposto al voto. E cioè di superare l’anomalia di essere l’unico Paese in Europa ad avere il bicameralismo perfetto, nonché quella del Parlamento più numeroso e costoso; di dare finalmente il Senato alla rappresentanza dei territori e di riordinare il titolo V. Quanto agli effetti sulla Sanità, certo auspico che una vittoria del Sì abbia conseguenze sul fronte dei vaccini, anche per interessare le scuole di altro ordine e grado e superare la differenziazione fra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, oggi anacronistica. Intanto mi hanno fatto molto piacere le parole di sostegno e apprezzamento di Renzi e della ministra Lorenzin per la nostra scelta».
I consiglieri del M5S hanno votato contro sostenendo che «così si inasprisce il rapporto con le famiglie»…
«Una posizione semplicemente surreale, non ne ho sinceramente compreso il perché. Le nostre strutture sono sempre state aperte al dialogo e a rispondere alle domande dei cittadini, e da adesso dovranno esserlo ancora di più».
L’ Unità