di Michele Focarete
Polvere di stelle. Un amarcord di una Milano by night che non c’è più. Un pizzico di nostalgia di cos’era e chi c’era. Io c’ero quando la discoteca Amnesie di via Benvenuto Cellini, a Milano, festeggiava i suoi primi sei anni di vita, nel maggio 1987. E sì, erano passati già sei anni da quando Big Laura, regina della notte, aveva fondato questo locale sui resti della “Meridiana” e del “Babablù”, templi storici del liscio figurato anni ’50. Esattamente trentacinque anni fa.
Poi Big Laura ne n’era andata, ma l’Amnesie aveva continuato ad essere il ritrovo più “in” della città, frequentato da giornalisti, fotografi, modelle, gay emergenti, estrosi, gente che fa tendenza e tanti big di ogni settore. “È una tappa obbligata – ci diceva allora Franchino Cardia, inventore di feste e festini e art director del locale -; è come indossare un paio di scarpe: non ne puoi fare a meno. Qui sono passati Ramona Dell’Abate, Vasco Rossi, René Arnoux, Mogol, Celentano, Kid Kreol, Michele Placido, Miguel Bosé, Loredana Berté, Eleonora Vallone, tanto per fare qualche nome. Non c’è discoteca in giro per il mondo che non conosca la nostra fama, persino a New York al “Palladium” o all’”Area” ci trovi gente che ha avuto modo di venire da noi a ballare. Ormai siamo come i Beatles, non tramontiamo più”.
Grande merito di questo exploit lo si doveva alle mode che cambiavano più veloci della luce. Alla fine degli anni ’70 la festicciola in casa aveva abdicato in modo definitivo. Punk, dark e cuccadores avevano i loro locali e gli impiegati e qualche post sessantottino gradivano luoghi più soft e tranquilli. Ed ecco nascere l’Amnesie per dare a quel gruppo di persone emergenti composto da intellettuali, pseudo-intellettuali, manager rampanti, modelle ruspanti, pubblicitari e creativi, il locale delle ore piccolissime, dove ballare facendosi guardare e guardando chi conta.
Qui si arrivava solo dopo aver cenato, dopo essere andati al cinema e dopo aver fatto il giro dei night. Tutti all’Amesie per farsi notare, per dire al mondo intero che il giorno seguente non si avevano problemi con il cartellino da timbrare. E alla festa dei sei anni erano in tantissimi a dire “io c’ero”. Il popolo dei nottambuli non poteva certo mancare all’appuntamento. Così pure chi contava e chi voleva mettersi in mostra. Franchino Cardia poi garantiva sorprese-bomba, momenti esagerati. “Chi non viene, non sa cosa perde”, andava blaterando. E in tanti avevano abboccato.
Gran selezione all’entrata e auto della polizia in strada, manco ci fosse all’interno Frank Sinatra. Modelle a strafare con il solito codazzo al loro seguito. La “Dolce vita di Fellini”, mai mi era parsa così vicina. E poi ancora: estrosi, hippy, yuppy, trans, gay che contavano e rockabilly. Anche la fantasia nel look spaziava verso l’eccentrico ma con toni raffinati. Donne di ogni tipo diverse tra loro per nazionalità e temperamento. Capelli tinti, corti, lunghi, arruffati, a strisce, a zero. Un festival di luci e bizzarrie e un sacco di musica dove i lenti non passavano neppure dicendo che li mandava Guido Angeli. E su quelle note cattive insisteva Tony Carrasco, number-one dei disc-jockey sulla piazza. Tutti in attesa del clou. Tra i tanti c’erano Amanda Lear, Renato Zero, Loredana Bertè, la contessa rock Pinina Garavaglia, Laura Lattuada, Gil Vergottini, Big Laura e marito, Geraldo Amato, Franco dei “Gatti di vicolo Miracoli” e consorte e, quasi a non volersi far notare, accanto al bar, il portierone dell’Inter e della Nazionale, Walter Zenga. Con lui anche Oliviero Garlini, allora attaccante nerazzurro.
Poi, all’improvviso, la sorpresa, ma chi si spogliava era un uomo. Volto coperto ed effetti-luce indovinati. Ritmo frenetico e indumenti che volavano per la gioia delle fanciulle appollaiate nelle vicinanze di qualche maschietto geloso. Via la camicia, i calzoni, i boxer. Rimaneva in pista solo con un tanga microscopico tra gli applausi convinti di molti. E mentre arrivava l’enorme torta con sei lunghe candele da spegnere e ci si aspettava qualcos’altro, Tony Buba, animatore folle della Milano by night, si involava in una sorta di tango moderno con la pittoresca polinesiana Loula, creatrice di moda e pr del “Covo di Nord Est”.
Michele Focarete