di CESARE LANZA
Scommettiamo che non avrò (mi do un mese come termine) bisogno di un buon geriatra? Oggi vi farò una confidenza intima, a rischio di compromettere la fiducia che (spero!) avete verso ciò che scrivo. E vi prego, se avrete perso la fiducia, di concedermi almeno un po’ di simpatia. Per la sincerità. Dunque: ieri mattina chiedo a mia moglie di darmi «quella cosa che metto in casa, quando ho freddo». Mia moglie è intelligente, ma anche dispettosa. Ha capito al volo, ma replica: «Dimmi cosa vuoi esattamente». Io: «Dai, quella roba lì… Hai capito, no? Non mi viene in mente la parola…». Lei: «Stai scherzando? Quella cosa che comincia per t…?». Io: «Non mi viene in mente!». Lei: «Quattro lettere. La usano molto gli sportivi e chi fa ginnastica…». Io, spazientito: «Dai, prendila. Ho freddo». Lei: «Forza, puoi farcela: comincia con t e finisce per a…». Io: «Nebbia! Adesso mi rimetto a letto e sto tutto il giorno sotto le coperte ! ». Lei: «Tu, tu… e finisce per a». Così esplodo: «Tuta! Prendimi la tuta…». A questo punto mia moglie mi dice: «Oggi stesso andiamo da un geriatra. Si comincia così e poi tutto precipita». Io, pietosamente: «Per così poco? Non c’è un’alternativa? Prendo già tante medicine…». Lei, sospirando: «Non si guarisce. Ma ci sono cure che frenano, ritardano». E io, indossando gioiosamente la tuta: «Tesoro, ci saranno altre possibilità…». E lei: «Puoi provare con le parole crociate. Servono per allenare la mente…». Io: «Sono pronto ! ». E lei: «Un’ora al giorno, anche due, per un mese… Se tra un mese non vedo miglioramenti, si corre da un geriatra. D’accordo?». E così io, che li ho sempre detestati, ho scommesso sui cruciverba. Vogliatemi bene ! Tra un mese vi dirò.
di Cesare Lanza, La verità