Il Biscione: la lettera riconosce la validità del resto del contratto
Vivendi ha spedito a Mediaset una lettera formale datata 18 ottobre 2016 in cui comunica ufficialmente la cessazione, per Mediaset Premium, della cosiddetta gestione di «interim management». Ossia quel sistema per cui ogni iniziativa con un impatto sul conto economico della pay tv doveva essere preventivamente autorizzata, in forma scritta, non solo dal Biscione ma anche da Vivendi.
Sistema che, peraltro, ha funzionato quando i rapporti tra le due società erano collaborativi, sistema che ha smesso di funzionare dal luglio scorso, quando i francesi hanno disdettato l’accordo di aprile sull’acquisizione di Mediaset Premium.
La consegna della lettera è stata resa nota ieri da Mediaset, spiegando che sono «due le conseguenze di questa inedita comunicazione. Da un lato un tardivo tentativo di evitare ulteriori danni a quelli enormi già provocati dalla paralisi organizzativa di Mediaset Premium. Danni che non si possono certo cancellare in quanto l’inaccettabile comportamento di Vivendi ha bloccato l’impostazione di un’intera stagione di abbonamenti e calcistica. Dall’altro lato», hanno aggiunto da Cologno Monzese, «la principale conseguenza della formale lettera odierna è il riconoscimento implicito della validità del contratto in essere». Contratto di cui «Vivendi comunica unicamente la cessazione di una delle parti che lo compongono (l’articolo 5.1)», sempre secondo il gruppo guidato dal vicepresidente e a.d. Pier Silvio Berlusconi. «Ed è evidente che richiedere di invalidare un solo articolo di un contratto, conferma automaticamente che tutti gli altri articoli dell’accordo vincolante già firmato sono validi».
Giusto l’altroieri, poi, il gruppo francese guidato dall’a.d. Arnaud de Puyfontaine, e che fa capo al finanziere bretone Vincent Bolloré, aveva fatto un ulteriore passo contro ogni possibile accordo col Biscione per l’acquisizione della pay tv: ha annunciato con una nota pubblica, destinataria Mediaset, che «non c’è più la volontà di dare priorità alla individuazione di una soluzione amichevole e Vivendi si riserva il diritto di prendere tutte le azioni necessarie per difendere i propri interessi e quelli dei suoi azionisti».
In attesa dell’udienza del prossimo 8 novembre, in seguito alla richiesta di Mediaset di sequestro cautelare delle azioni proprie in mano a Vivendi pari al 3,5% (come previsto reciprocamente dall’accordo disatteso dell’aprile scorso), il Biscione ha attraversato ieri una giornata difficile fin dall’inizio in piazza Affari, caratterizzata da vendite che hanno portato il titolo a chiudere a -3,39% a 2,62 euro (Vivendi ha chiuso a Parigi stabile intorno ai 18,5 euro).
ItaliaOggi