Vivendi-Mediaset, duello in tribunale

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Il gruppo francese: basta cercare soluzioni amichevoli sulla pay tv Premium. Pronti a difenderci. Il Biscione replica: non c’è mai stato alcun approccio costruttivo

vincent bollore vivendiAu revoir Mediaset, ci si rivede in tribunale: è questo in sintesi il messaggio che Vivendi ha inviato ieri pomeriggio, attraverso una nota, alla media company di Cologno monzese. Il gruppo guidato dal finanziere bretone Vincent Bolloré ha annunciato che «non c’è più la volontà di dare priorità alla individuazione di una soluzione amichevole e Vivendi si riserva il diritto di prendere tutte le azioni necessarie per difendere i propri interessi e quelli dei suoi azionisti». Ossia in tribunale.
Oggetto della discordia è sempre l’accordo dello scorso aprile tramite cui i francesi avrebbero dovuto acquisire il controllo della pay tv Mediaset Premium e scambiare col Biscione il 3,5% dei rispettivi capitali. Accordo però disatteso a fine luglio dalla stessa Vivendi che, ieri, ha ribadito le motivazioni del cambio di rotta: «il business plan di Mediaset Premium ricevuto, con un break even al 2018, è basato su una previsione irrealistica». Non solo, dopo il ricorso d’urgenza del Biscione al tribunale di Milano con udienza fissata il prossimo 8 novembre e la richiesta (presentata solo una settimana fa) di sequestro cautelare del 3,5% del capitale francese, Vivendi alza i toni dello scontro ricordando di essere «essere stato aperto, finora, a discussioni nella sua disputa con Mediaset e di aver continuamente cercato soluzioni alternative nei mesi passati. La sola risposta all’approccio costruttivo di Vivendi sono state da parte di Mediaset e Fininvest dichiarazioni pubbliche aggressive e l’avvio di varie azioni legali».
Difficile dire se, poi, i transalpini vorrano portare davvero davanti a un giudice il gruppo guidato dal vicepresidente e a.d. Pier Silvio Berlusconi e presieduto da Fedele Confalonieri oppure se cerchino solo di mettere alle strette Mediaset visto che il suo cda di fine settembre si era detto aperto a esaminare proposte, purché non «irricevibili». Perciò sulla definizione di «irricevibile» non è escluso che Bolloré voglia guadagnare margini di manovra.
Sempre ieri, comunque, è arrivata la risposta del gruppo di Cologno monzese, precisando che «dal 25 luglio 2016, data della lettera ufficiale Vivendi di dietrofront sul contratto definitivo e vincolante firmato, non ci sono stati più contatti tra le due società. Non risponde quindi al vero che “negli ultimi mesi sono stati incessanti i tentativi di cercare soluzioni alternative” tra le parti. Non solo non c’è stato alcun “approccio costruttivo” ma è cessato da parte di Vivendi qualsiasi approccio».
In aggiunta, sempre secondo il Biscione, «i reiterati riferimenti contenuti anche in quest’ultimo comunicato pubblico a “business plan irrealistici”, che ricordiamo nulla hanno a che fare con l’analisi dei risultati di Premium ovviamente avvenuta prima della firma, costituiscono ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata. E provocano ulteriori danni non solo di reputazione turbando il corso del relativo titolo». Ieri il titolo Mediaset ha recuperato in chiusura a piazza Affari a +0,07% a 2,712 euro, dopo un’altalenante giornata che ha segnato anche un -2,65%. A Parigi Vivendi ha chiuso a +0,63% a 18,47 euro.
Insomma, alla fine, italiani e francesi sembrano formalmente d’accordo almeno su un punto: «prendiamo atto del fatto che la vicenda sarà risolta in tribunale», hanno sintetizzato da Mediaset, «dove emergeranno chiaramente i ruoli che oggi si vogliono confondere. In tale ottica, è evidente che la richiesta di sequestro di azioni Vivendi, lungi dall’essere un’iniziativa intimidatoria, è finalizzata a tutelare gli interessi di Mediaset e dei suoi azionisti». Nel frattempo, però, Mediaset Premium ha abbassato i prezzi della sua offerta tv dopo aver chiuso il semestre in rosso per cento milioni. Al momento, una strada alternativa per la famiglia Berlusconi può essere un nuovo accordo, ma questa volta con Sky del concorrente di sempre Rupert Murdoch.

Italia Oggi