Eni chiude il secondo trimestre con una perdita netta delle continuing operations – che includono anche la chimica di Versalis dopo lo stop delle trattative per la cessione del 70% al fondo Usa SK Capital – in rosso per 450 milioni di euro, in sensibile peggioramento rispetto all’utile di 498 milioni dello stesso periodo 2015 a causa della debolezza strutturale del mercato petrolifero e del persistente eccesso di offerta e di capacità nei settori europei del gas e della raffinazione.
E’ quanto si legge in un comunicato della major petrolifera. Il risultato operativo adjusted (senza le componenti straordinarie) nel trimestre si attesta a 0,19 miliardi, in significativa contrazione rispetto al secondo trimestre 2015 (-88%) a causa della flessione della E&P (-1,23 miliardi pari a -78%) che riflette la continua debolezza del prezzo del petrolio (-26%) e del gas Italia, oltrechè l’impatto del fermo in Val d’Agri per l’intero secondo trimestre, attenuati dalla crescita delle produzioni in altre aree, dalla riduzione dei costi e dai minori ammortamenti, spiega la nota. L’utile netto adjusted è negativo per 0,29 miliardi rispetto all’utile netto adjusted delle continuing operations su base standalone di 0,51 miliardi del secondo trimestre 2015. Confermato l’acconto della cedola per il 2016 a 0,40 euro per azione, in pagamento dal 21 settembre prossimo. La produzione di idrocarburi del secondo trimestre è stata di 1,715 milioni di boe/giorno (1,734 milioni di boe/giorno nel primo semestre 2016), in riduzione del 2,2% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Quanto alle stime per l’anno, la società vede una produzione di idrocarburi stabile sul 2015 e conferma il taglio degli investimenti del 20%.