«Cartella amica»: è il modulo per scegliere in quanti versamenti saldare il dovuto. L’ad Ruffini: «Vogliamo fare il possibile per ridurre al minimo la burocrazia e rendere semplice poter pagare e dialogare con noi e mettersi in regola»
Si chiama «cartella amica»: è il modulo con cui – in modo semplice e in italiano non burocratese – è possibile scegliere come pagare e in quante rate il proprio debito con il Fisco. Quindi, se vi dovesse arrivare a casa una delle 330 mila lettere spedite da Equitalia in questi giorni, di cui poco meno di 90 mila nelle aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli, non fatevi prendere dal panico: il documento vale esclusivamente per i debiti compresi tra 600 e 50 mila euro ed è destinato ai contribuenti che non hanno mai attivato un piano di rateizzazione con Equitalia. Il modello è stato sottoposto a un test a febbraio a Varese, Firenze e Lecce: il risultato è stato giudicato dai tecnici molto positivo. Per questo l’esperimento è stato ora esteso a tutta Italia, Sicilia esclusa.
Meno burocrazia
Il progetto, voluto dall’ad, Ernesto Maria Ruffini, rientra nel più ampio piano di semplificazione per cambiare volto e «regole di ingaggio» ai servizi della società partecipata da Agenzia delle entrate e Inps. Quando arriva una busta col logo Equitalia, inutile negarlo, non scattano mai sorrisi. Anzi: «A volte l’impatto può essere profondamente negativo e la non conoscenza di alcuni strumenti che vengono incontro al contribuente può provocare angoscia e confusione – spiega Ruffini -. Per questo abbiamo voluto inserire nella cartella uno strumento chiaro, in cui sono indicate le varie possibilità per poter pagare a rate il proprio debito». In questo modo, barrando delle caselle per determinare numero delle rate e consistenza dell’importo, «si stabilisce un piano che poi deve essere rispettato – aggiunge Ruffini -. Così vogliamo fare il possibile per ridurre al minimo la burocrazia e rendere semplice poter pagare e dialogare con una società che rappresenta l’ultima occasione per mettersi in regola». In base al piano che sceglie il contribuente, ci sono poi da calcolare gli interessi che vanno all’ente creditore (ad esempio Comune, Regione, Agenzia delle entrate, Camere di commercio e Inps). Per alleggerire la burocrazia, le richieste di rateizzazione possono essere consegnate allo sportello di Equitalia, oppure inviate per mail con la posta certificata (Pec) o per posta con una raccomandata. Nel 2015 Equitalia ha riscosso 8,2 miliardi (+11,2% sul 2014), di cui il 50% con piani di rateizzazione.
di Francesco Di Frischia, Corriere della Sera