Gli emissari della federazione internazionale di atletica volevano effettuare un esame a sorpresa sulla marciatrice azzurra, che era impegnata nella cerimonia di consegna della bandiera da parte del presidente Mattarella. Non sono stati ammessi e il test è stato effettuato al Foro Italico. Scherza l’olimpionica: “E’ come se andassi dalla Merkel”
Nel giorno in cui inizia ufficialmente la spedizione italiana di Rio con la consegna del tricolore a Federica Pellegrini e Martina Caironi, da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e in cui scoppia nuovamente un caso doping legato ad Alex Schwazer, la Iaaf piomba al Quirinale per un controllo a sorpresa sulla marciatrice Elisa Rigaudo ma trova le porte sbarrate.
Gli ispettori della federazione internazionale di atletica sono arrivati mentre nei giardini della residente del capo della Repubblica era in corso la consueta cerimonia che precede la partenza della squadra azzurra per le Olimpiadi. Gli ispettori non sono stati ammessi nel palazzo ed il controllo, un test su sangue e urine, è stato rinviato al momento in cui Rigaudo, con tutti gli altri azzurri, avrebbe raggiunto la Casa delle Armi al Foro Italico.
Gli emissari della Iaaf si sono mossi in base al ‘whereabout’ (le indicazioni che gli atleti devono lasciare per essere sempre reperibili per possibili controlli a sorpresa, ndr) della Rigaudo, che nella fascia oraria 9-12 aveva indicato che si sarebbe trovata al Quirinale per la cerimonia ufficiale. Il successivo appuntamento per la marciatrice – e tutti i circa 100 atleti presenti per la consegna dei tricolore da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – era quello previsto dalle 12,30 alla Casa delle Armi per una serie di impegni promozionali del Coni che si protrarranno fino al pomeriggio. Lì, a quanto si appreso,
A controllarla è stato un Dco (Doping controller officer) in una sala igienicamente idonea negli uffici del Coni. All’ispettore della Iaaf, di nazionalità tedesca, ignaro di cosa rappresentasse il Quirinale, l’atleta si è anche concessa una battuta: “Scusi, è come se lei andasse dalla Merkel quando vanno in visita gli atleti tedeschi”.
La Repubblica