Per i direttori di Corriere e Stampa la Champions è soprattutto lavoro

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Luciano-FontanaFare il direttore del Corriere della Sera o della Stampa significa anche non poter stare in pace neppure a San Siro durante la finale di Champions league.
Luciano Fontana e Maurizio Molinari, infatti, erano seduti proprio due file davanti a me nel match di sabato scorso tra Real Madrid e Atletico Madrid. E mentre Luca Ubaldeschi, il vicedirettore della Stampa, si godeva lo spettacolo, o Antonio Campo dall’Orto, direttore generale della Rai, lo potevi trovare in fila al bar, composto, per cercare ristoro e bevande nella serata afosa milanese, i due numeri uno di Corsera e Stampa, sostanzialmente, lavoravano. Fontana sempre connesso con auricolare e telefonino, da cui non si staccava mai, neppure durante i supplementari. Molinari, addirittura, con pc portatile sulle ginocchia e pagine aperte della Stampa da controllare, correggere, migliorare, prima di dare il via libera per la pubblicazione. Una vita d’inferno, insomma, soprattutto se devi coordinare due dei più importanti quotidiani italiani con le urla della curva bianca e viola del Real a pochi metri dalle tue orecchie. L’invasione iberica del 28 maggio è comunque stata superata abbastanza bene dalla città di Milano, nonostante gli oltre 160 mila tifosi qua e là tra piazze e zona stadio. Ci sono stati alcuni problemi sulla rete della metropolitana, per allarmi bomba poi rientrati (erano solo pacchi e zainetti lasciati incustoditi), e poi, nel pomeriggio attorno alle 18,30, la metropolitana lilla, che collega zona Garibaldi a San Siro, è stata chiusa per eccesso di folla e scontri tra tifosi (ho personalmente visto copiose chiazze di sangue sulle scale della stazione Garibaldi); il traffico è stato spostato sulla linea rossa da piazza Cadorna, con conseguente iperaffollamento, scene di panico e treni della metro che faticavano a partire per eccesso di passeggeri. Pure i tassisti erano molto agitati, poiché sulle strade di Milano si faticava a viaggiare causa traffico intenso e non era chiaro il piano di apertura e chiusura delle vie attorno a San Siro.
In via Capecelatro, che poi ho raggiunto a piedi, ecco macchine della Polizia, Carabinieri, ambulanze per altri tifosi feriti con bottigliate in testa. E attorno allo stadio un cordone di sicurezza creato dalle forze dell’ordine per operare un primo filtro nell’avvicinamento ai cancelli di ingresso. La gran parte dei tifosi di Real e Atletico aveva tassi alcolemici sostenuti e non sembrava proprio nella modalità più amichevole. Tanto che la preoccupazione dei tifosi neutri è stata soprattutto quella di tener nascosti il più possibile i biglietti di accesso alla partita, siccome la gran parte degli spagnoli razzolanti attorno a San Siro ne era sprovvista. Volendo, si potevano, comunque, fare grandi affari: i tagliandi per la finale venivano infatti acquistati last minute anche a 2 mila euro.

Claudio Plazzotta, Italia Oggi