La valutazione dell’offerta con Mediobanca, Della Valle, Unipol Sai e Pirelli in risposta a Cairo. Il cda: sotto i target degli analisti. No al pressing sulle banche
Nella sua nota il consiglio di amministrazione non lo dice chiaramente, ma la sostanza è che giudica l’opa di Andrea Bonomi insieme con Mediobanca, Diego Della Valle, Unipol Sai e Pirelli, migliore dell’offerta di scambio di Urbano Cairo.
Nella riunione di ieri il cda ha analizzato la prima e per non dare adito a critiche di parzialità ha parlato solo di numeri: dopo aver ovviamente precisato che l’opa non è stata «concordata né preventivamente comunicata alla società», ha spiegato che il corrispettivo in contanti di 0,70 euro per azione Rcs è a premio rispetto alle medie a tre, sei e dodici mesi, se si considerano le quotazioni del titolo prima dal 13 maggio scorso, data in cui l’offerta è stata comunicata.
Se invece si considerano le medie dall’8 aprile, giorno in cui è stata resa nota l’ops di Cairo, il prezzo di 70 centesimi è superiore sì alle medie a tre e sei mesi, ma inferiore a quella sui 12 mesi. Questo perché, spiega ancora la nota del cda, il titolo nell’ultimo periodo ha risentito sia della notizia dell’uscita di Fiat dall’azionariato, sia del protrarsi del negoziato con le banche finanziatrici.
C’è poi un altro neo, secondo il consiglio: i 70 centesimi sono comunque inferiori rispetto alla media delle valutazioni degli analisti che sempre prima dell’8 aprile aveva un target price di 81 centesimi.
Infine anche in questo caso si critica la condizione che accomuna l’offerta di Bonomi con quella di Cairo, ovvero la moratoria chiesta alle banche fino al prossimo anno, rimandando di fatto a quanto già detto: Rcs prosegue con le trattative per rinnovare il contratto di credito, perciò contatti con gli istituti da parte di altri soggetti potrebbero nuocere in questa fase. In settimana la casa editrice ha fatto sapere alla Consob che il term sheet sul debito è stato già approvato da due banche (Mediobanca e Unicredit) mentre le altre dovrebbero deliberare sul documento entro il 7 giugno.
Tutto questo durante una riunione presieduta da Teresa Cremisi perché non vi ha partecipato Maurizio Costa, presidente del cda. Costa, infatti, è amministratore non esecutivo e indipendente di Mediobanca, uno dei soci che appoggiano l’opa Bonomi e per questo, spiega la nota della società, «ha fatto constatare l’opportunità» di non partecipare alla riunione di ieri e alle prossime in cui si tratterà delle due offerte. Allo stesso modo Stefano Simontacchi, indicato in cda da Cairo, si assenterà non solo dalle riunioni sull’ops come previsto dal consiglio, ma anche da quelle sull’opa.
Oltre al team di advisor che supporteranno il cda nella valutazione delle due offerte, la casa editrice ha nominato come esperto indipendente anche Roberto Tasca, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari all’Università di Bologna.
In Borsa il titolo Rcs si è continuato a mantenere ieri sopra l’opa di Bonomi, a 0,724 euro pur in calo dello -0,55%. Nonostante lo scetticismo degli analisti e le dichiarazioni dello stesso Cairo, sembra che la il mercato stia ancora credendo in una mossa da parte dell’editore di La7.
Le vie percorribili potrebbero essere due. La prima è quella di un rilancio ancora carta su carta, offrendo però 0,16 azioni di Cairo Communication per ciascuna azione Rcs, il che porterà la valutazione dei titoli vicina ai 70 centesimi. La seconda possibilità è un’aggiunta cash di circa 100 milioni allo scambio azionario. Nel primo caso Cairo vedrà però notevolmente diluita la propria quota nella Communication, nel secondo dovrà attingere alla propria cassa, a meno che non stia cercando di imbarcare altri soggetti nell’avventura.
Intanto da oggi ripartono i termini dell’istruttoria della Consob sull’ops che era stata sospesa per chiedere chiarimenti. Il prospetto, perciò, dovrebbe arrivare a fine mese.