Il documento consultabile nell’archivio storico delle assicurazioni a Trieste. «Conosco tedesco, ceco, francese e inglese ma in queste due lingue sono fuori d’esercizio»
«Sono nato il 3 luglio 1883 a Praga; ho frequentato fino alla quarta classe la Altstädter Volksschule; sono entrato poi nell’Altstädter deutsches Staatsgymnasium; a 18 anni incominciai gli studi alla deutsche Karl-Ferdinands Universität di Praga. Dopo aver dato l’ultimo esame di stato, il 1° aprile 1906, entrai come praticante nello studio dell’avv. Richard Löwy, sull’Altstädter Ring. In giugno diedi l’esame storico rigoroso e nello stesso mese ottenni la laurea in legge. Come avevo subito chiarito all’avvocato, ero entrato nel suo studio solamente allo scopo di impiegare il mio tempo, perché già in principio non era mia intenzione di rimanere nell’avvocatura. Il 1° ottobre 1906 iniziai la pratica giudiziaria, che terminai il 1° ottobre 1907».
Il curriculum nel 1907
Sono le parole di Franz Kafka nel curriculum che inviò nel 1907 alla sede di Praga delle Assicurazioni Generali, a suo tempo la compagnia triestina era una colonna del sistema finanziario dell’impero austro-ungarico. Questo documento (che era stato esposto lo scorso anno nella mostra «La Grande Trieste 1891-1914. Ritratto di una città», e intorno al quale ruota il recente libro di Cesare Lanza «Nel nome di Kafka, l’assicuratore»), insieme a molti altri documenti storici è consultabile su prenotazione nell’Archivio delle Generali, ospitato a Trieste nel palazzo di largo Bonifacio 1. L’archivio è tutelato dal 1981 dalla Soprintendenza come bene culturale.
Dieci mesi
Kafka lavorò alle Generali per circa dieci mesi, dall’ottobre 1907 al luglio 1908, nel palazzo all’angolo tra via Jindriska e piazza Venceslao. Nel questionario che deve compilare dopo la presentazione del curriculum, lo scrittore dichiara di conoscere tedesco, ceco, francese e inglese ma «in queste due lingue sono fuori d’esercizio» e afferma di saper stenografare in tedesco. Alla visita medica risulta «incondizionatamente idoneo», nonostante residui di rachitismo, «delicato ma sano». Kafka entra così come assistente nel ramo Vita. «Del lavoro non mi lagno. L’orario d’ufficio non si può suddividere, fin nell’ultima mezz’ora si sente il peso delle otto ore come nella prima», scrive a un’amica.
Corriere della Sera