Entra nel vivo la gara per rilevare la prima acciaieria d’Europa. Due le cordate che si contenderanno lo stabilimento di Taranto: i due imprenditori italiani sono alleati rispettivamente con i turchi di Erdemir e i franco-indiani di Arcelor-Mittal. E a sorpresa spunta anche il “pugliese” Del Vecchio
Entra nel vivo la gara per l’Ilva di Taranto. Entro la fine di maggio devono arrivare le offerte vincolanti e i fronti in campo si stanno delineando. Confermando le indiscrezioni delle ultime settimane sarà un derby italiano, con due dei principali gruppi dell’acciaio pronti a sfidarsi in cordata con due colossi internazionali del settore. Da un lato ci sarà, il gruppo mantovano Marcegaglia che si presenterà alleato dei franco-indiani di Arcelor Mittal; sul fronte contrapposto l’imprenditore cremonese Arvedi che potrebbe chiudere un accordo con il gruppo turco Erdemir. Comunque finisca tra i duellanti, della partita sarà anche la Cassa Depositi Prestiti: sia come garanzia politica, sia come investitore finanziario. E, a sorpresa, si inserisce nella partita anche Leonardo Del Vecchio, il fondatore del gruppo Luxottica nonché uno degli uomini più “liquidi” d’Italia.
Il fatto che ci siano due cordate così interessate e pronti a battersi fino alla fine è una buona notizia per Taranto e per la stessa Ilva. Anche se i nodi ancora da risolvere non mancano, così come rimangono ancora aperte alcune incertezze legate alle cause legali precedenti e ai ricorsi intentati nei confronti del commissariamento dell’Ilva. Ad esempio, c’è da capire ancora come finirà l’iniziativa della Ue sui possibili aiuti di Stato nei confronti dell’Ilva, nonché i ricorsi della famiglia Riva (ex proprietario dell’Ilva) nei confronti del commissariamento.
Ma che il fronte sia “caldo” lo dimostrano le indiscrezioni, secondo cui il gruppo Arcelor Mittal sarebbe pronto a presentare una offerta vincolante con la famiglia Marcegaglia, ma con la condizione vincolante che la Cassa Depositi Prestiti sia della partita. Una condizione che sarebbe stata posta agli stessi vertici di Cdp, il presidente Claudio Costamagna e all’amministratore delegato Fabio Gallia. L’incontro è servito anche per chiarire i rapporti di forza all’interno della cordata: la quota che non finirà alla Cdp verrà così divisa in proporzione con l’85 per cento in mano ad Arcelor e il restante 15 per cento a Marcegaglia. Secondo un altra versione, sempre di ambiente finanziario, la Cdp non avrebbe invece avuto nessuna “conditio sine qua non” da parte della cordata Marcegaglia-Arcelor, mentre viene confermato l’incontro, esattamente come sono stati incontrati i vari pretendenti che hanno presentato offerte – fino a ora – non vincolanti.
Ma la Cassa Depositi Prestiti potrebbe non essere l’unico arbitro della partita in corso. A sorpresa, è stato tirato in ballo anche Leonardo Del Vecchio: il fondatore nonché socio di maggioranza del gruppo Luxottica è uno degli uomini più “liquidi” d’Italia, con un patrimonio che la rivista Fortune ha classificato in quasi 22 miliardi di euro. Secondo fonti vicine a Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio (così come riporta l’Ansa) l’imprenditore milanese sarebbe disponibile “a partecipare finanziariamente al salvataggio dell’Ilva con la volontà di aiutare il paese e la Puglia, regione per la quale è affettivamente legato”. Da chiarire se Del Vecchio scenderà in campo con una delle due cordate (secondo alcune fonti viene dato nel caso vicino ad Arvedi) o se parteciperà a titolo “individuale”.
Per quale motivo Del Vecchio è legato alla Puglia?
Perché il padre era originario di Barletta, da dove è emigrato alla volta di Milano negli anni Venti. Inoltre, il suo storico braccio destro, Luigi Francavilla entrato in Luxottica nel 1968 fino a diventarne direttore generale è nato in un comune in provincia di Taranto.
Luca Pagni, La Repubblica