Il perfezionamento dell’operazione da un miliardo di euro si tradurrà in una plusvalenza netta di circa 895 milioni di euro per il conto economico della banca: la società è stata valutata 10 volte il margine operativo lordo
Intesa Sanpaolo dice addio alle carte e ai sistemi di pagamento e cede per 1,035 miliardi le controllate Setefi e Intesa Sanpaolo card a Mercury, il veicolo attraverso il quale il consorzio guidato da Advent, Bain Capitale e Clessidra ha già rilevato l’Istituto centrale delle banche popolari italiane (Icbpi). Il perfezionamento dell’operazione, si legge in una nota, è previsto entro la fine dell’anno e si tradurrà in una plusvalenza netta di circa 895 milioni di euro per il conto economico consolidato del gruppo Intesa Sanpaolo. La vendita valuta la società più di 10 volte i suoi utili prima di interessi, imposte e ammortamenti (ebitda), pari a circa 100 milioni di euro annui.
Setefi e Intesa Sanpaolo Card svolgono attività di “processing” riguardanti strumenti di pagamento, rispettivamente in Italia e negli altri paesi in cui opera il gruppo. L’accordo include un contratto di servizio di durata decennale, l’impegno di Intesa Sanpaolo a usufruire dei servizi di processing di Setefi e di Intesa Sanpaolo Card e specifiche tutele per il mantenimento di un’elevata qualità del servizio.
La società gestisce la quasi totalità dei 15 milioni di carte di credito del gruppo Intesa Sanpaolo e poco meno di 400mila pos per i pagamenti nei negozi. Nel solo 2015 ha gestito oltre un miliardo di operazioni per un controvalore superiore ai 100 miliardi di euro. Nel 2015, alle attività oggetto di cessione erano riconducibili proventi operativi netti per circa 170 milioni di euro, un risultato della gestione operativa di circa 80 milioni e un utile netto di circa 60 milioni.
Dal canto loro, gli acquirenti dettagliano che “ISP Processing sarà acquisita e gestita come entità separata da Icbpi e dalle sue controllate. Tuttavia nel tempo si creeranno significative opportunità per la condivisione delle best practice, l’incremento del know-how operativo e il miglioramento dei servizi e del livello di innovazione per i clienti di Icbpi, di Intesa Sanpaolo e per il mercato italiano nel suo complesso”.
Insomma, nel lungo periodo si può arrivare a pensare a una stretta collaborazione tra la piattaforma che fu di Intesa Sanpaolo e la rete di CartaSi, il fiore all’occhiello dell’Icbpi: un polo dei pagamenti elettronici in Italia, ma che le banche italiane hanno ceduto.
Repubblica