L’attenzione dei mercati è rivolta al riunione della Bce: gli analisti non si aspettano nuove mosse, ma i ripetuti attacchi giunti dalla Germania potrebbero offrire alla Bce un’opportunità per rilanciare la palla nel campo della politica. Stabile lo spread, in lieve calo l’euro. Prosegue il rally del petrolio
I mercati si aggrappano a Mario Draghi. Le Borse aspettano le parole che il presidente della Bce pronuncerà al termine del riunione sui tassi: dopo l’ampliamento del quantitative easing a 80 miliardi al mese e il taglio sui tassi deciso a marzo, gli analisti non si aspettano nuove mosse, ma i ripetuti attacchi giunti dalla Germania potrebbero offrire alla Bce un’opportunità per rilanciare la palla nel campo della politica. Molto probabilmente Draghi ribadirà che la politica monetaria, da sola, non basta a risolvere i problemi della stagnazione. Il numero uno dell’Eurotower, però, potrebbe anche tornare a difendere l’autonomia della Banca centrale, soprattutto dopo l’attacco del ministro della Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha incolpato la politica monetaria espansiva del successo elettorale in Germania del movimento anti euro di destra Alde. Ad alimentare le polemiche è l’idea circolata nelle scorse settimane di “helicopter money” che era circolata nelle scorse settimane. In sostanza, credono alcuni, le Banche centrali dovrebbero scavalcare le banche e mettere denari freschi direttamente nelle tasche dei cittadini, per rilanciare domanda e prezzi. Ipotesi “assurda” per il governatore tedesco Jens Weidmann. A Milano Piazza Affari è in rialzo dello 0,3%, Londra cede lo 0,1%, mentre Francoforte sale dello 0,2% e Parigi è invariata. L’euro scambia sotto quota 1,13 dollari, in attesa della Bce: la moneta europea passa di mano a a 1,1296 dollari e 123,94 yen. Stabile lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi a 123 punti, dopo aver chiuso a quota 124 con un rendimento all’1,42%, ma sul fronte dei titoli di stato l’attenzione è rivolta all’Eurogruppo di domani sulla Grecia. Nel frattempo, in attesa della Bce, il prezzo del petrolio – cui sono sempre correlati i listini azionari – stabilizza il suo consolidamento con il Wti sopra quota 44 dollari. Il prezzo del greggio è andato in rally in seguito ai dati del dipartimento dell’Energia di Washington, che ha certificato un nuovo calo della produzione Usa e un incremento delle scorte inferiore al previsto. Inoltre l’Iraq chiede ai paesi produttori di incontrarsi ancora a maggio, dopo il fallimento di Doha, per concordare un congelamento dei prezzi. Sui mercati asiatici i future sul Light crude cedono di un cent a 44,17 dollari, dopo un top a 44,41 dollari e quelli sul Brent avanzano di un cent a 45,81 dollari, dopo un massimo di 46,03 dollari. L’incontro potrebbe tenersi a maggio in Russia, mentre il due giugno è in agenda un vertice Opec a Vienna. In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in forte rialzo sulla scia dell’aumento del greggio. L’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni con una crescita del 2,70% a 17.363,62 punti. In rialzo anche il Topix, che ha chiuso a +2,04% a quota 1.393,68 punti. Crolla ancora, invece, Mitsubishi, dopo lo scandalo del dieselgate: il titolo ha perso sul listino nipponico il 20%. E, ieri, sempre grazie al petrolio sui nuovi massimi del 2016, l’azionario americano ha fatto altrettanto. Il Dow Jones e l’S&P 500 si sono consolidati al di sopra delle soglie psicologiche di 18mila e 2.100 punti. A livello settoriale, quello finanziario (+0,77%) ed energetico (+0,9%) hanno corso più di tutti. Il Dow Jones è salito dello 0,24%, sui massimi da luglio; l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,08% a 30 punti dal suo massimo storico, mentre il Nasdaq ha recuperato lo 0,16%. Prezzo dell’oro è in crescita: il metallo con consegna immediata sale dello 0,3% a 1.248 dollari l’oncia.
Giulio Balestreri, La Repubblica