Il cda Rcs boccia l’offerta Cairo

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Messina (Intesa SP): ops è la soluzione. Oppure cedere asset

urbano-cairoL’offerta di scambio di Urbano Cairo su Rcs «non è stata concordata» né «preventivamente comunicata» al gruppo editoriale ed è «significativamente a sconto». Ma soprattutto, le condizioni imposte alle banche dal patron del Torino mettono i bastoni tra le ruote alle trattative attualmente in corso di Rcs con i creditori che porterebbero a condizioni più favorevoli rispetto a quelle attuali. Così ieri il consiglio di amministrazione di Rcs ha bocciato l’offerta comunicata da Cairo venerdì scorso, che da una parte ha l’appoggio di Intesa SanPaolo, socio e maggiore creditore di Rcs, e dall’altra non è stata invece gradita dagli altri soci, Mediobanca in primis. Il cda presieduto da Maurizio Costa, dopo aver sottolineato che i risultati del primo trimestre sono in «netto miglioramento» e che saranno esaminati il prossimo 28 aprile, in un comunicato ha spiegato perché l’offerta è fortemente a sconto. Per questo ha tirato in ballo la valutazione degli analisti che, fatta la media, parlano di un prezzo obiettivo per le azioni Rcs pari a 0,81 centesimi, mentre la valorizzione di Cairo è di 0,551 centesimi. Inoltre, spiega il cda, quel prezzo è a sconto anche sulla media dei titoli Rcs e Cairo communication nei vari periodi dell’ultimo anno: giusto nell’ultimo trimestre le azioni sono state influenzate negativamente dall’uscita di Fiat e dal negoziato con le banche. Infine, poi, dal momento che le azioni Rcs saranno scambiate con azioni Cairo communication (0,12 azioni di quest’ultima per ogni titolo della casa editrice) e che per fare questo la Cairo dovrà fare un aumento di capitale, il cda pone il dubbio che vi possa essere una svalutazione di queste ultime e quindi del valore riconosciuto a Rcs. Fin qui le argomentazioni della società guidata dall’a.d. Laura Cioli per smontare la valutazione data da Cairo. Nessuna considerazione, però, di tipo industriale, in attesa di vedere il documento con i dettagli dell’ops che sarà presentato alla Consob entro il 28 aprile, ovvero entro 20 giorni dal comunicato. A quel punto il cda dovrebbe esprimersi nel merito del piano che prevede un’integrazione fra la Cairo communication e Rcs chiedendo anche un parere indipendente. Ai rilievi precedenti, si aggiungono anche quelli relativi alle condizioni poste alle banche creditrici dall’imprenditore, che non dovranno richiedere rimborsi anticipati fino al dicembre del prossimo anno (esclusi gli incassi per la vendita della Libri, si veda l’altro articolo in pagina) e in sostanza confermare le attuali linee di credito. Ebbene, secondo il management dell’editrice del Corriere della Sera questa condizione «incide sull’operatività della società e potrebbe interferire con le trattative in corso con le banche creditrici». Perciò Rcs avverte anche la Consob che continuerà a trattare con le banche, anche perché i termini di rinegoziazione «risultano più favorevoli». Il management di Rcs va quindi per la sua strada e anzi mostra di non voler mollare la presa con gli istituti di credito, nonostante proprio il primo creditore Intesa (162,4 milioni) appoggi Cairo, avendo probabilmente al fianco anche Ubi Banca (108 milioni). Carlo Messina, a margine di un evento a Torino è intervenuto ieri sulla questione. Messina ha spiegato che Ca’ de Sass sulla partita Rcs è «interessata a una soluzione industriale e non al solito accordo di sindacato o qualcosa di simile. In caso contrario, il destino dell’azienda sarebbe quello di cedere progressivamente asset» per ridurre un debito oggi arrivato a circa 487 milioni. La proposta di Cairo, secondo Messina rappresenta «una soluzione che può portare un valore a tutti i soggetti coinvolti, anche perché Cairo non è indebitato e pertanto da un punto di vista finanziario la sua offerta rappresenta una buona soluzione». Operazione «brillante, intelligente, giusta» e «assolutamente a premio» per Giovanni Tamburi, presidente e amministratore delegato della merchant bank indipendente Tip (Tamburi Investment Partners). Tamburi, per altro, avrà in portafoglio azioni Rcs, eredità della propria partecipazione in Fca. Il cda di Rcs però non si fermerebbe qui: secondo Milano Finanza a breve dovrebbe partire la ricerca di un advisor bancario che servirà o per definire un piano alternativo a quello di Cairo, oppure per risolvere definitivamente la questione della ristrutturazione del debito. Resta da vedere se non vi possa essere ancora una mossa di Cairo. Più volte smentita da lui stesso la possibilità di un rilancio sul prezzo (ma le attese del mercato sono anche in questa direzione), la carta potrebbe essere il recupero di un’alleanza con il socio già interpellato dall’imprenditore in passato su un piano simile a quello attuale, Diego Della Valle. Il titolo Rcs ha chiuso ieri in flessione dell’1,81% a 0,57 euro.

ItaliaOggi