Mauri: torniamo a essere il primo editore in Italia dopo 20 anni

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La mondadori del futuro? compra i siti banzai per rafforzare i periodici e fa efficienze sui libri (rcs compresa)

mondadori_rcslibri«Torniamo a essere la prima azienda editoriale d’Italia dopo 20 anni, considerando l’acquisizione di Rcs Libri», la cui conclusione è attesa per metà aprile, generando «un fatturato aggregato intorno agli 1,3 miliardi di euro. Tutto questo grazie a un azionista di riferimento stabile che crede in Mondadori» (ossia il gruppo Fininvest della famiglia Berlusconi, che comprende per esempio Mediaset), ha dichiarato trionfale ieri Ernesto Mauri, a.d. del gruppo di Segrate che non ha specificato se si riferiva ad altri concorrenti con un azionariato meno stabile visto che di recente Fca è uscita da Rcs Mediagroup. A margine della presentazione dei risultati 2015, comunque, il manager ha chiarito quale è il Mauri-pensiero per costruire la Mondadori del futuro, a partire proprio dai libri su cui la casa editrice sarà sempre più incentrata con quasi la metà dei ricavi provenienti proprio da quest’area. Senza dimenticare le trattative in esclusiva per i siti Banzai.
Sui libri e l’acquisizione dei titoli Rcs in particolare, l’Antitrust dovrebbe rispettare il termine annunciato di fine marzo per formalizzare il via libera all’acquisizione, «poi ci sono massimo 15 giorni per il closing, visto che l’Agcom ha già espresso il suo parere», ha spiegato Mauri. «Quindi, possiamo chiudere al più tardi a metà aprile e, successivamente, abbiamo 6 mesi per cedere Marsilio e 9 mesi per vendere Bompiani. Cederemo i perimetri di Marsilio e Bompiani così come li abbiamo acquistati. Chi si è fatto avanti? Tutti» in un mercato che va verso la concentrazione. Ma nella Mondadori del futuro bisognerà ulteriormente lavorare su Rcs Libri per «fare delle efficienze» così come già avviato in Mondadori Libri dove i titoli novità sono stati ridotti del 16%, sotto i 2 mila, e sono state abbassate le tirature medie per contenere i costi dell’invenduto. Intanto «il 2016 è iniziato con una leggera crescita per il settore libri», ha precisato l’a.d., «dopo che col segno positivo è stato archiviato anche il 2015. A fronte di un libro cartaceo che resiste, e questo è un bene anche per il retail, pensiamo di crescere di un 10-15% quest’anno negli e-book». Lo scorso esercizio i libri digitali hanno registrato ricavi per 10 milioni, su del 15%, con un contributo del 6,2% sul totale vendite trade (ossia le vendite nei canali previsti per legge, dalle librerie ai supermercati, web compreso).
«Sui periodici italiani contiamo di crescere del 2%», ha rilanciato Mauri. «Ma con vendite e pubblicità che calano, è fondamentale sviluppare il digitale, oltre a far crescere i servizi marketing che aiutino gli inserzionisti a profilare nel dettaglio l’audience con big data e crm (customer relationship management). Dai contenuti al digitale passando per i servizi marketing, vogliamo creare una grande struttura, come hanno fatto peraltro all’estero altri come Hearst e Meredith. L’intenzione è garantirsi un buon margine, anche con poco fatturato. A budget per i periodici nel 2016 c’è un ebitda di 11 milioni» mentre a fine 2015 lo stesso dato al netto di elementi non ricorrenti è passato a +5,8 milioni dai precedenti -0,7 milioni. Strategia che ha portato all’interessamento per i siti internet del gruppo Banzai guidato da Paolo Ainio e i loro 17,5 mln di utenti unici, come Giallo Zafferano e Pianeta Donna, visto che operano sul segmento femminile come alcuni magazine di Segrate. Sempre ieri, lo stesso Banzai ha confermato di aver ricevuto diverse manifestazioni d’interesse e di aver concesso «al gruppo Mondadori un periodo di esclusiva sino al 30 aprile 2016, al fine di approfondire termini e condizioni dell’eventuale operazione, riservandosi ogni conseguente valutazione nel merito». In vista c’è un polo da 27 mln di utenti unici.
«Nel settore digital crescere rapidamente è la nostra priorità. I 9,5 milioni di clienti unici del web che abbiamo registrato nel 2015 (+16% sul 2014) non sono sufficienti per un’azienda che ha come obiettivo la leadership nei settori dove opera. Sul digitale stiamo esaminando diversi dossier. L’obiettivo è che il digitale arrivi a generare il 10% dei ricavi totali» dall’attuale 4,9%, ha aggiunto l’a.d precisando che «tutti i nostri periodici di carta sono in utile. Panorama tornerà in utile probabilmente nel 2017, grazie allo sviluppo del sistema costruito dal suo direttore Giorgio Mulè, che comprende eventi e pubblicazioni collaterali». Se a inizio 2016 le diffusioni in Italia stanno tenendo bene e la raccolta si è ripresa dopo gennaio, bisogna comunque «proteggere il business dei periodici, anche in Francia dove pure la marginalità è aiutata da abbonamenti che tendono a crescere e già coprono oltre il 50% delle diffusioni, a differenza dell’Italia. Oltralpe per quest’anno stimiamo al più una leggera flessione», sempre secondo Mauri. Ma proprio in Francia Mondadori non è andato oltre la presentazione di un’offerta non vincolante per i tre magazine messi sul mercato da Arnaud Lagardère (Télé 7 Jours, Ici Paris e France Dimanche). Comunque vada, Mondadori ha abbastanza «munizioni» per altre operazioni, anche dopo Rcs Libri, è intervenuto il cfo Oddone Pozzi, considerando circa 80 milioni complessivi riservate alle acquisizioni dal piano triennale.
Insomma, già per quest’anno Mauri è fiducioso prevedendo anche per i negozi Mondadori aperture di nuove insegne in franchising e l’inaugurazione di due megastore «già individuati». Non solo, a livello di gruppo e a parità di perimetro, quindi senza Rcs Libri, le stime sono per «un fatturato stabile, un ebitda in aumento significativo high single digit a parità di perimetro e una posizione finanziaria netta che, di pari passo, stia sotto i -170 milioni» dai -199,4 milioni a chiusura del 2015, a loro volta in miglioramento di 92,4 milioni».
E allora Mondadori distribuirà un dividendo? «Anche l’azionista me lo chiede», ha concluso l’a.d. «Intanto facciamo queste operazioni di crescita senza chiedere un euro all’azionista. Non penso di riuscire a proporre un dividendo quest’anno». E infine riguardo alla polemica avviata sulla stampa dal direttore editoriale di Feltrinelli Gianluca Foglia che ha chiesto una riforma del premio Strega dopo anni di «dominio» da parte di Mondadori e Rcs, Mauri ha chiosato laconico: «se non vuole più partecipare, non lo faccia. Ma che l’abbia detto facendo riferimento alla cosiddetta “Mondazzoli” si sarebbe potuto evitare».

Italia Oggi