“Siamo sorpresi che alla vigilia dell’insediamento di Antonio Di Bella, order il direttore editoriale per l’offerta informativa della Rai Carlo Verdelli scelga la Commissione parlamentare di Vigilanza per dire che Rainews24 fa ‘numeri troppo piccoli rispetto ai numeri delle persone che ci lavorano’ e che il fatto che Rainews.it numericamente sia al ventunesimo posto nella classifica degli utenti singoli sul web sia da prendere come un segnale grave. Tutto ciò, generic aggiunge, ‘è cosa che uno nella mia posizione non può accettare’”. Inizia così la nota con cui il Cdr di RaiNews commenta i giudizi espressi da Carlo Verdelli, direttore dell’offerta informativa del servizio pubblico, sui numeri generati dalla testata.
“Ci saremmo aspettati soluzioni e non constatazioni”, dice il cdr, ribadendo che da diversi mesi RaiNews24 continua a richiedere ai vertici aziendali “di definire la mission delle nostre testate e approntare un piano editoriale adeguato per una all news che ha progressivamente perso autorevolezza e pubblico in assenza di prodotto informativo adeguato”.
“Siamo costretti a chiederci se il direttore editoriale abbia avuto il tempo di documentarsi sulla difficile situazione in cui versano Rainews24, Rainews.it e Televideo. E se è cosciente che il numero complessivo dei giornalisti si occupa di queste tre testate”. “Quanto affermato da Verdelli contraddice quel che lui stesso ha affermato di fronte all’Esecutivo UsigRai”, continua polemica la nota: “Lasciò Condé Nast perché non voleva ridurre il personale e ha affermato che in Rai non vi sono esuberi”.
“Ribadiamo la nostra disponibilità ad essere ascoltati nel momento in cui lo volesse, anche per raccontare al direttore editoriale dell’offerta informativa della Rai le responsabilità di questa situazione che non possono essere imputate alla redazione ma a chi ha ricoperto ruoli gestionali ed editoriali. Ci aspettiamo quindi un chiarimento a quanto dichiarato in Vigilanza”.
Reazione alle parole di Verdelli anche da parte dell’UsigRai, che individua la causa degli errori e dei ritardi denunciati dal direttore dell’offerta formativa Rai nel “mancato ascolto delle redazioni, di chi fa il lavoro sul campo”. “Giusto partire dal prodotto e dai programmi”, dice la sigla sindacale, “ma vanno costruiti con chi poi li deve realizzare. Se davvero vuole far fare alla Rai Servizio Pubblico il salto nel futuro, è indispensabile ascoltare chi conosce bene lacci burocratici e sprechi che hanno impedito le riforme necessarie e urgenti”.
“Per fare una informazione completa – prosegue la nota – servono mezzi, risorse, investimenti, serve riportare l’informazione di rete nella titolarità giornalistica, serve una presenza capillare nei territori in Italia e all’estero, serve dire basta allo stapotere di agenti e società di produzione, serve una seria strategia multipiattaforma e crossmediale”. “I prossimi direttori scelti con selezione pubblica? Bene – sostiene ancora l’Usigrai -. Strano non sia stato fatto per reti e Rai Sport. Qualunque procedura fondata su merito e trasparenza trova il pieno sostegno dell’Usigrai. Anche perché in Rai ci sono eccellenti professionisti, che hanno assicurato il primato del servizio pubblico in questi anni, e quindi con idee e storia in grado di ridisegnarlo e costruirlo anche per i prossimi anni”.
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