Tredicimila pagine e oltre novecento fascicoli, che raccontano la storia di quindicimila persone, coinvolte nei crimini di guerra commessi in Italia da SS e “repubblichini” contro partigiani e civili durante l’Occupazione nazifascista
Tredicimila pagine e oltre novecento fascicoli, che raccontano la storia di quindicimila persone, coinvolte nei crimini di guerra commessi in Italia durante l’Occupazione nazifascista. È il cosiddetto “Armadio della Vergogna”. È consultabile online sull’archivio della Camera. Uno di quei fascicoli, portò alla riapertura delle indagini, e poi al processo e alla condanna di Theo Saevecke, il capo delle SS di Milano che, il 10 agosto del 1944, fece la strage di Piazzale Loreto a Milano, in risposta alla quale, durante la Liberazione, ci fu il Piazzale Loreto della Resistenza. Saevecke liberò segretamente in Svizzera Indro Montanelli che finì prigioniero nelle sue mani. Un altro fascicolo portò alla riapertura del processo e alla condanna delcapo delle Ss di Genova, Friedrich Engel. Un altro ancora al processo contro Henrich Schubert, comandante della famigerata, ferocissima omonima “colonna” specializzata nella repressione antipartigiana. Un altro alle indagini sulla strage di Grimaldi, in Liguria.
L’indagine della magistratura militare. I faldoni furono ritrovati nel 1994 nella cancelleria della Corte Militare di Appello preswso la procura generale militare, nel Palazzo Cesi-Gaddi di Roma, in un armadio che aveva le ante rivolte verso il muro. Ed era chiuso con una catena. A cercarlo, era stato il procuratore militare Antonino Intelisano, il quale, indagando sull’ex SS Erich Priebke (estradato dall’Argentina) per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, aveva voluto riesumare il processo fatto nel Dopoguerra al capo di Priebke (e capo delle SS a Roma), Kappler.
A parlare per la prima volta della sua esistenza, fu Repubblica il 28 marzo del 1999, quando sull’occultamento per 50 anni dei fascicoli sulle stragi naziste indagò il Consiglio di magistratura militare. Successivamente all’articolo di Repubblica, fu il giornalista dell’Espresso, Franco Giustolisi, a utilizzare per la prima volta il titolo: “Armadio della Vergogna.
L’indagine del Parlamento. Sul mistero dell’occultamento dei fascicoli, che riguardano anche le principali stragi nazifasciste in Italia (da San’Anna di Stazzema, alle Fosse Ardeatine, a Marzabotto), ha lavorato, poi, anche una commissione d’inchiesta parlamentare tra il 2003 e il 2006. La novità è che adesso non solo audizioni e relazioni della commissione, ma tutti gli atti dello stesso “Armadio della Vergogna”, sono pubblicati online: per ricevere copia digitale dei documenti declassificati, si deve fare richiesta sul sito della Camera.
L’annuncio della presidente Boldrini. L’annuncio della pubblicazione online è stato dato dalla presidente Laura Boldrini sulla sua pagina Facebook: “Via il segreto di Stato su tredicimila pagine che raccontano i crimini commessi dai nazifascisti durante la seconda guerra mondiale. È questo il nuovo e importante capitolo nel percorso di trasparenza avviato a Montecitorio di cui sono contenta perché un Paese veramente democratico non deve avere paura del proprio passato”. “Da oggi – prosegue Boldrini – sono online, sul sito dell’Archivio storico della Camera dei deputati, i documenti relativi ai 695 fascicoli del cosiddetto “Armadio della Vergogna”, contenente denunce archiviate provvisoriamente e poi occultate. Quelle pagine ingiallite, a volte con il timbro secret stampigliato in copertina, riguardano – osserva Boldrini – episodi importanti della nostra storia: ci parlano di 15mila persone, di stragi come Sant’Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine, Marzabotto, Monchio e Cervarolo, Coriza, Lero, Scarpanto, degli eccidi dell’alto Reno. Sull’anomala scomparsa di questo materiale ha lavorato una specifica Commissione d’inchiesta. Adesso, oltre ai resoconti pubblici delle sue sedute, ogni cittadino interessato potrà accedere da http://archivio.camera.it/ anche ai documenti desecretati”.
di ALBERTO CUSTODERO “Repubblica”