Nel club delle peggiori economie entrano anche Svizzera e Finlandia, order mentre Taiwan rischia a sorpresa il tracollo. L’Italia vista in crescita dell’1,3%, ma c’è ancora il 13% di possibilità di scivolare nuovamente in recessione
MILANO – C’è tanta America Latina nella classifica dei Paesi che registreranno le peggiori performance nel corso dell’anno appena iniziato: questa classifica al contrario redatta da Bloomberg premia infatti il Venezuela, alle prese con una difficilissima situazione politica e il crollo del petrolio, sul quale si fonda gran parte del bilancio dell’economia chavista. Gli economisti intervistati dall’agenzia finanziaria Usa attribuiscono a Caracas un -3,3% alla fine dell’anno, il peggior andamento tra le 93 economie monitorate. Alle sue spalle, ci sarà il Brasile che attraversa una crisi di credibilità per gli scandali legati alla corruzione, poi la Grecia che dovrà a breve ridiscutere il taglio del suo debito (mentre Tsipras cerca di far approvare le riforme interne ai creditori), e quindi la Russia martoriata prima dalle sanzioni legate alla guerra in Ucraina e all’espansione in Crimea, poi dal crollo dei prezzi energetici. Tra le economie avanzate che forse in pochi penserebbero di trovare nel gruppo dei peggiori, ci sono anche la Svizzera e la Finlandia: la prima paga il rafforzamento del franco, dopo che si è rotto il cambio fisso con l’euro, mentre la seconda rappresenta un unicum nel panorama felice del Nord Europa e da tempo versa in condizioni difficili. L’analisi non si limita però a indicare un possibile andamento delle principali economie durante il nuovo anno. Investiga anche la possibilità che i Paesi, a un certo punto nel corso dei prossimi dodici mesi, si trovino in recessione. Ebbene, non mancano alcune sorprese: Taiwan è tra le economie accreditate più o meno di una possibilità su due di scivolare in recessione nel 2016. Per il Brasile, la possibilità arriva addirittura al 75%. Ma non mancano alcune chances per la Francia (10%) o per la stessa Italia (13%), che pure dovrebbe crescere dell’1,3% alla fine dell’anno.
da “Repubblica”