Ernesto Salvini: Anima, cheap cuore e braccio della società giallazzurra sono racchiuse nella sua figura che da anni ormai ricopre il ruolo di Direttore Generale. La redazione di TuttoFrosinone.com ha deciso di approfittare della sosta del campionato per fare con il Dg il bilancio dopo le prime sette giornate di serie A. Queste le sue dichiarazioni:
Direttore partiamo dal lato lato sportivo: ad oggi che voto assegnerebbe al cammino della prima squadra?
“Voto più che sufficiente poiché è il cammino minimo che potessimo fare a livello di punti, buy per rispettare una eventuale tabella che porti alla salvezza di fine campionato”.
Impatto con la serie A ormai assimilato dopo sette giornate. A livello societario e organizzativo Frosinone promosso o rimandato?
“Credo che sia corretto dire rimandato. L’impatto con la serie A non è solamente un semplice cambio di categoria, ma è qualcosa di più complesso. E’ un mondo totalmente diverso dove tutte le attenzioni formano anche una sorta di pressioni per cui bisogna essere non solo efferati nel proprio lavoro, ma anche molto bravi a resistere a diversi fattori esterni. E’ una categoria in cui si è attenzionati al 100%, in cui non ci si può permettere sbavature ed essendo questa una società che ha sempre fatto affidamento su collaboratori cresciuti in casa è normale che in questi primi mesi qualche disfunzione ci sia stata. Proprio per questa ragione dobbiamo sperare tutti che la squadra riesca a salvarsi a fine stagione poiché sicuramente con l’esperienza accumulata in questo anno, nel prossimo faremo meglio tutti”.
Direttore, un aspetto su cui ancora bisogna migliorare e un aspetto invece dove il Frosinone ha già raggiunto un grande risultato?
“L’aspetto migliore credo sia stata la risposta sul campo data dalla squadra. Dalla prima giornata ha subito dimostrato di essersi adeguata ed essere all’altezza della tipologia di campionato. Questo si evince dalle prestazioni che al di là dei risultati ci sono sempre state. Da migliorare, ed è un punto che riguarda l’intero ambiente è certamente la mentalità, ancora troppo popolare e provinciale. Dobbiamo abbandonare il prima possibile questo tipo di mentalità ma siamo tutti sulla buona strada”.
Il Frosinone Calcio è sempre stato considerato da tutti gli osservatori una società modello per quanto riguarda la gestione finanziaria. Quale é il segreto? E quale sarà il bilancio finale per questa stagione? Sarà attivo o passivo?
“Il segreto sta indubbiamente nelle indicazioni del presidente. Se tutti continueremo ad attenerci ad esse non avremo mai problemi di questa natura. Oltre questo c’è anche un apparato che cura da sempre in maniera egregia l’ambito finanziario e ha contribuito indubbiamente ai risultati che questa società ha raggiunto. Difficilmente un società di calcio riesce a chiudere il proprio bilancio in attivo e non dimentichiamo che il Frosinone ha l’atavico problema dello stadio per cui, la relativa voce “entrate” ha una consistenza molto esigua. Riguardo i contributi dei diritti audiovisivi è sempre bene rammentare che sono stati e saranno tutti assolutamente reinvestiti, in particolar modo nelle strutture. Abbiamo investito molto per rifare lo stadio Matusa e renderlo adeguato alla categoria che stiamo affrontando e questo rappresenta al momento un piccolo miracolo di lungimiranza di forza di struttura, di carattere, volontà e soprattutto di mezzi tecnici ed economici. Abbiamo investito denaro per realizzare il centro sportivo di Ferentino e dovremo fare investimenti economici per realizzare il nuovo stadio Casaleno poichè senza il sostanziale contributo della società non potrà essere realizzato. Il Frosinone è una società attenta a tutto, e fino ad ora è riuscita ad ottenere risultati grazie anche alla tranquillità economica che la presidenza ha sempre dimostrato di metterci a disposizione. Seguendo le direttive che arrivano dal presidente e di chi ha il controllo della finanza ci possiamo permettere di parlare di una gestione modello”.
La serie A per il Frosinone va vissuta in questa stagione come un punto di arrivo o un punto di partenza?
“Per la società Frosinone, per la piazza Frosinone, la serie A rappresenta la cima dell’Everest per uno scalatore. Il riuscire a “scalare” quella cima è stata un’impresa clamorosa, un impresa da titani. In questo caso per noi però riconfermarci e mantenere la categoria rappresenterebbe nuovamente ripetere quella scalata poichè credo che sia molto complicato arrivare in serie A, ma molto di più complicato è il rimanerci. Equivarrebbe alla vittoria di tre campionati. Abbiamo già fatto un’impresa clamorosa nel raggiungere la serie A e sarebbe ancora più clamoroso se ci dovessimo rimanere, perchè per Frosinone rappresenterebbe un consolidamento nell’espressione massima del calcio nazionale. Questo consentirebbe una lunga permanenza, a prescindere dalla categoria, nel calcio che conta”.
A proposito di serie A. Lei ha già detto che il Frosinone alla fine riuscirà a salvarsi. Ma ci può fissare un obiettivo ideale di punti da raggiungere prima della sosta natalizia?
“No poichè bisognerebbe seguire una tabella. In trent’anni di carriera non sono mai stato abituato a farlo, nemmeno per i campionati minori. Probabilmente questa mia certezza che alla fine il Frosinone riuscirà a spuntarla è determinata da un’incertezza generale del torneo. E’ un campionato particolarissimo che ha sempre riservato sorprese per quanto riguarda la zona salvezza. Non c’è un massimale di punti da raggiungere stabilito, non c’è un minimo di punteggio da ottenere ma c’è da rimanere sempre sul pezzo. Bisogna combattere in ogni gara e prendere punti quando vanno presi. L’unica differenzazione che si può fare rispetto alle altre categorie in cui l’obiettivo non era la salvezza è che in quei casi ogni avversario era un avversario da battere, quest’anno invece dobbiamo essere bravi a far punti con quegli avversari che sulla carta sono da battere, quindi le concorrenti per la salvezza, e a strappare qualche punto anche ad avversari con un blasone ed una qualità superiore alla nostra”.
Svesta per un attimo i panni di direttore generale e ci risponda da responsabile del settore giovanile. Si aspettava un avvio cosi buono?
“Indubbiamente si, poiché rispetto agli ultimi tre anni questa società ha investito molto in questo settore. Parliamo comunque di un settore condizionato dalla tipologia di piazza. Il grandissimo lavoro che tutti quanti i collaboratori del settore giovanile devono compiere è quello di reperire il più possibile i migliori calciatori non solo della provincia ma anche della regione e spesso anche sul tutto il territorio nazionale. Indubbiamente lo scopo rimane sempre lo stesso, ovvero quello di fornire calciatori validi al discorso prima squadra anche se con la Serie A l’asticella si è alzata ancora di più. Per forza di cose bisogna rimboccarci le maniche e tirar di nuovo fuori calciatori come Paganini, Altobelli, Gori, Gucher, Formato etc, gente capace sia di poter arricchire la rosa della prima squadra, sia di essere giocatori utili come pedina di scambio in sede di calciomercato. L’obiettivo dunque è sempre lo stesso, dobbiamo fare i conti con la nostra realtà e capire che specialmente in campionati selettivi come quello Primavera e Allievi Nazionali, fatto solo ed esclusivamente per società di serie A e B, andiamo a scontrarci con società molto più importanti e blasonate della nostra sopratutto perchè hanno un bacino d’utenza maggiore. Siamo tra gli ultimi per bacino d’utenza e dunque tutto quello che riusciamo a fare in più acquista un grande valore. Per quanto riguarda la Primavera, posso dire che tralasciando la sconfitta rocambolesca dell’ultima settimana, ha dimostrato parecchia solidità, qualità e di annoverare al suo interno calciatori che potrebbero essere utili in prima squadra. Negli Allievi Nazionali il discorso di continuare a fare una squadra che per la metà è sottoetà inizialmente potrebbe creare qualche problema ma con il passare del tempo e la crescita sopratutto fisica dei più piccoli si arriverà ad ottenere anche ottimi risultati sul campo. I Giovanissimi Nazionali sono i più facilitati per tipologia di campionato, avendo nel girone anche società di Lega Pro. Questa squadra ha dimostrato grande solidità visto l’ottimo avvio di campionato (quattro vittorie su quattro), ma al di là di questo l’aspetto più positivo è dato dal riuscire già ad intravedere elementi di sicuro affidamento, linfa vitale per le future categorie”.
Situazione impianti sportivi: Cosa succederà con i campi di Corso Lazio adesso? E’ vero che saranno utilizzati questa stagione dal settore giovanile? E per quanto riguarda l’impianto comunale di Ferentino, vi sentite soddisfatti?
“Corso Lazio per questa stagione è stata affidato al Frosinone per convenienza sia della società che dell’amministrazione comunale. E’ un impianto che deve essere affidato a società dilettanti che operano nel territorio frusinate e considerato il lungo iter burocratico sarebbe rimasto un impianto inutilizzato a carico dell’amministrazione comunale. Il Frosinone ha scelto di far richiesta per avere una valvola di sfogo sia per il settore giovanile sia occasionalmente per la prima squadra, essendo il centro sportivo di Ferentino ancora in fase di costruzione. Colgo l’occasione per ringraziare il sindaco Foglietta e la città di Supino perchè da anni ospitano il settore giovanile ed anche in questa stagione continueranno a farlo. Per quanto riguarda il centro di Ferentino siamo felicissimi poichè il terreno di gioco in erba naturale sul quale si sta allenando la prima squadra si è dimostrato costruito in maniera egregia. Il centro deve essere ancora completato per quanto riguarda spogliatoi e le strutture relative al settore giovanile. E’ probabile che i lavori termineranno a dicembre e già da gennaio ci potrebbe essere il trasferimento del settore giovanile. A questo punto però, considerato che le basi sono state gettate e tamponata l’emergenza per gli allenamenti della prima squadra, credo sia più sensato lavorare in tranquillità facendo le cose in modo perfetto. Soltanto quando tutto sarà adeguato al funzionamento provvederemo a trasferire a Ferentino tutte le attività della società”.
Chiudiamo con una domanda personale: lei è sempre stata una persona poco incline ai festeggiamenti e che manifesta le sue emozioni in maniera molto sobria. Non l’abbiamo quasi mai vista esultare ad un gol del Frosinone per il suo essere “british”. Ma riuscirà a godersela prima o poi almeno qualche gara in serie A?
“Sinceramente le problematiche che abbiamo dovuto affrontare sia io, il presidente e tutti i collaboratori, per permetterci questa categoria sono state talmente tante e talmente tante sono le particolarità a cui dobbiamo essere attenti ancora adesso che il discorso tecnico, sportivo anche se sembra ssurdo dirlo passa quasi in secondo piano. E’ chiaro che un Dg ha nel suo ruolo l’obbligo di pensare, al di là del discorso sportivo o amministrativo anche alla salvaguardia dell’immagine della società e, l’apprensione affinché tutto organizzativamente proceda per il meglio è enorme, sopratutto per le gare interne. Tutto ciò si aggiunge al fatto che già di mio, per questione di carattere non sono mai riuscito a godermi le vittorie poiché ritengo che un dirigente debba avere la capacità di agire in maniera contraria rispetto agli eventi. Un buon dirigente deve agire in maniera immediatamente positiva davanti a risultati che non arrivano, deve fornire con i propri atteggiamenti, con i propri comportamenti un’iniezione di fiducia nel caso in cui le cose non dovessero andare per il giusto verso cosi come quando le cose vanno bene deve riuscire a far ritornare tutti con i piedi per terra. A mio modo di vedere un buon dirigente deve avere come prima caratteristica l’equilibrio e dunque cerco sempre di tramettere il mio equilibrio a tutte quelle che sono le componenti della società che dipendono anche dai miei atteggiamenti”
(www.tuttofrosinone.com 08/10/2015)