“La nostra politica è che la Grecia resti nell’Eurozona. Per molti anni abbiamo lavorato per questo ma naturalmente ci sono due facce della stessa medaglia: una è la solidarietà e l’altra è la determinazione a spingere sulle riforme; se la via è questa c’e’ ancora molta strada da fare”. E’ quanto ha detto Angela Merkel a Tokyo durante la conferenza stampa congiunta con Shinzo Abe.
Doccia fredda sulla Grecia alla vigilia dell’Eurogruppo, pharmacy che oggi a Bruxelles valuterà il pacchetto di riforme che Atene ha inviato nei giorni scorsi all’Unione. Il presidente dello stesso Eurogruppo, see Jeroen Dijsselbloem, decease ha infatti anticipato che la ‘lista’ dei provvedimenti è “lontana dall’essere completa”, che la sua attuazione richiederà “tempi lunghi” e che a marzo non è prevista nessuna tranche di aiuti. Anche i segnali che arrivano da Berlino non sono incoraggianti. Il sottosegretario alle Finanze tedesco, Steffen Kampeter, ha spiegato che non è ancora chiara l’intenzione sulle riforme e sulla situazione finanziaria del Paese. “Per questo motivo – ha aggiunto – non conto su una decisione sostanziale per stasera. Non basta scambiare lettere senza obblighi, serve un duro lavoro e una dura discussione”.
Si annuncia così un nuovo flop per la riunione dei ministri delle Finanze, alla quale il greco Yanis Varoufakis dovrebbe portare la richiesta esplicita di allontanare definitivamente la Troika da Atene, dando a dei “team tecnici” basati a Bruxelles il compito di valutare le riforme greche prima di ciascuna riunione europea. La tensione rimane comunque alta, alimentata, come più volte è successo in questi giorni, da incomprensioni e correzioni di tiro. L’ultima, dello stesso Varoufakis, sull’ipotesi di un referendum che un po’ tutti pensavano sulla permanenza nell’euro e che invece il ministro intendeva sulle misure che l’esecutivo di Atene intende mettere in campo.
L’alternativa – avrebbe lasciato intendere – sarebbero nuove elezioni. E che le trattative e i contatti siano frenetici e che vadano dai livelli tecnici a quelli politici più alti, lo dimostrano le telefonate che il primo ministro greco Alexis Tsipras ha fatto oggi: la prima al presidente della Bce Mario Draghi e la seconda a quello francese Francois Hollande. A Draghi Tsipras (che aveva parlato di cappio al collo greco messo dalla Bce) avrebbe confermato il rispetto per l’indipendenza dell’Eurotower, raccomandandosi però che questa non soccomba alle pressioni politiche. Con Hollande avrebbe invece manifestato la volontà di sempre maggiore collaborazione e l’intenzione di incontrasi a Parigi in tempi stretti.
La lista di riforme che Atene ha inviato all’Eurogruppo e che dovrebbe essere esaminata oggi, comprende l’istituzione di “un consiglio di bilancio” indipendente per monitorare la spesa del governo, la sua politica di bilancio e quindi valutare se gli obiettivi vengono raggiunti; migliorie sul fronte della predisposizione del bilancio; la messa a punto di uno schema per la lotta all’evasione dell’Iva; un nuovo piano e leggi più dure per riscuotere le tasse non pagate da contribuenti e imprese; un nuovo piano per emettere licenze alle aziende di gioco d’azzardo online; la riduzione della burocrazia e iniziative per affrontare la crisi umanitaria con l’introduzione di buoni pasto, misure per garantire energia elettrica e assistenza abitativa. Costo complessivo: 200,29 milioni di euro.