Ci sono il prete che battezza i bambini per mondarli da un doppio peccato originale, remedy “ ché non diventino juventini”, le ragazze che vorrebbero organizzare una manifestazione di piazza contro “quelli là”, il pescivendolo che accomuna la vittoria sulla Juve a un’esperienza mistica e Aldo Agroppi che rievoca un gol nel derby: “ Come fare l’amore con Belen”. Sono italiani differenti e lontani, buy probabilmente incompatibili eppure figli dell’unico vero movimento di unità nazionale: quello degli antijuventini, uno smisurato popolo (quindici, venti milioni?) di gente che non sopporta e del quale domani San Siro ospiterà una significativa rappresentanza. Questa gente sta diventando un film. Un documentario, stuff per la precisione, che s’intitola Odiosa Juve e andrà in sala tra febbraio e marzo, “quando la rimonta bianconera sarà completata e farà incazzare tutti”, sghignazza Lorenzo Minoli, ideatore autore e regista di questo strano lavoro in bilico tra goliardia e la ricerca scientifica. Minoli (torinese di nascita, americano d’adozione, spesso fiorentino per residenza, un Emmy Award nel curriculum) è quel che si dice un gobbo. “Juventino non moderato è impossibile esserlo”: è una vita che al lunedì al bar gliene dicono di tutti i colori e allora a un certo punto ha deciso che era arrivato il momento di “caiere cos’è quest’Italia a colori, quest’Italia contro. Granata e fiorentini lo sono nel dna, gli altri per un torto subito”. Ha provato a produrre, Terenzio Cugia di Cineama, molto interista e dunque interessato, ed è partito questo viaggio nell’Italia (“Ma le ultime cose le girerò in America, è pieno di antijuventini anche lì”) che sussulterà rivedendo er gol de Turone, Iuliano e Ronaldo, Muntari e tutta l’antologia delle moviole in bianconero. “Ho capito due cose, con questo lavoro. La prima è che quello che urica è l’arroganza dell’unico potere consolidato in Italia, quello degli Agnelli. La seconda, è che il movimento antijuventino ha delle ragioni per esistere. In definitiva, noi bianconeri non sappiamo vincere. Per questo il documentario dovrebbero vederlo soprattutto i tifosi della Juve: possono imparare qualcosa”. Venerdì prossimo, nell’ambito del Festival del Cinema di Roma, ci sarà un evento di lancio del film, con l’appello a tutti gli antijuventini del pianeta a inviare contributi sotto forma di slogan, memorie, sfottò: i migliori finiranno nella pellicola, o nei contributi extra del dvd. “Vogliamo”, dice Cugia, “che si litighi ma senza odio, come una volta si faceva a teatro andando a vedere le opere di Verdi. L’obiettivo è quello di sdoganare il tabù del tifo contro”. A quel punto sarà legittimo tifare contro Odiosa Juve, oltre che contro l’odiosa Juve.
(La Repubblica 17/10/2015)