Rcs Libri, illness le trattative proseguono.
Rizzoli vende la tv iberica Veo per evitare la ricapitalizzazione.
di Marco A. Capisani, cure “Italia Oggi”
«Verificare la possibilità di finalizzare entro i prossimi giorni l’operazione» con Mondadori per la cessione di Rcs Libri è il mandato che il gruppo del Corriere della Sera ha dato mercoledì notte al suo a.d. Pietro Scott Jovane, online perché passata la scadenza fissata inizialmente a fine settembre ancora un accordo definitivo non s’è visto.
E infatti Jovane ha fatto ripartire già ieri gli incontri con il suo omologo Ernesto Mauri, a.d. di Mondadori. Un’intesa definitiva è attesa entro questo weekend, sempre che si trovi un compromesso su quello che è sembrato essere il principale ostacolo da superare: la ripartizione del rischio che l’Antitrust dia un parere contrario a un’operazione che porta l’editrice di Segrate a una quota tra il 35% e il 40% del mercato dei libri. Quindi, ad allontanare negli ultimi giorni delle trattative le posizioni delle due aziende è stata la valorizzazione economica di questo rischio, riflessa sull’intera operazione, con Rcs che non vuole alzarla troppo e di conseguenza ridurre i benefici per sé dall’operazione e, invece, con Mondadori che vuole invece garantirsi maggiormente nel caso in cui l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella imponga uno stop ad accordi già presi con Rcs. Al momento però, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’operazione non è stata ancora notificata al Garante né esistono precedenti di mercato che possano far propendere per una politica interventista dell’Antitrust.
Ma quali sono in concreto i rischi possibili di questa operazione? L’incognita dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) pesa per Rcs nel momento in cui il gruppo vuole contabilizzare nel bilancio 2015 i proventi della vendita, in modo da rispettare gli accordi con le banche creditrici.
Ma il gruppo milanese ha anche predisposto un piano B parallelo per tutelarsi, avviando la vendita della sua televisione spagnola Veo. Le trattative sono in corso e le previsioni ne stimano una conclusione entro fine anno, in tempo per rispettare i termini sul rientro del proprio indebitamento. In aggiunta, non è detto che la finalizzazione della vendita slitti di molto, a 2016 già iniziato, visto che l’Antitrust ha dei tempi imposti dalla normativa (legge 287 del 1990) per esprimere un giudizio (ossia 30 giorni dal momento della notifica per avviare un’istruttoria o per comunicare che non procederà e 45 giorni per concludere l’istruttoria dall’avvio della stessa, in qualsiasi momento sia iniziata). Comunque, nell’attesa di arrivare al bilancio di fine 2015, Rizzoli ha fissato per il prossimo 12 novembre la convocazione del cda presieduto da Maurizio Costa per approvare i conti dei primi nove mesi.
A proposito di dover sottoscrivere in alternativa alla vendita dei Libri un secondo aumento di capitale da 200 milioni per soddisfare gli impegni presi con le banche, una scelta non condivisa dalla maggior parte dei soci Rcs, s’è espresso ieri Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca (azionista col 6,2%), per cui «in generale non abbandoniamo le società in difficoltà, le aiutiamo».
Per quanto riguarda Mondadori, infine, la variabile Agcm incide nella misura in cui la casa editrice di Panorama e Grazia si ritrovi con un portafoglio di marchi, a un prezzo già deciso, che deve poi dismettere in parte per rispettare la concorrenza del settore librario. Finora, secondo indiscrezioni di stampa, Mondadori ha messo sul tavolo 135 milioni di euro per questi marchi che vanno da Bompiani a Marsilio e Sonzogno (mentre Adelphi è uscita dal perimetro). In particolare secondo gli analisti, oltre a un maggior giro d’affari, per Segrate potrebbero esserci sinergie pari a 5-10 milioni dall’acquisto di Rcs Libri.
Ieri, comunque, il mercato ha recepito negativamente la mancata conclusione della cessione e il titolo Rcs ha chiuso a -6,04% a 0,84 euro. Segno contenuto ma al rialzo per Mondadori, invece, che ha archiviato la seduta a +0,32% a 0,943 euro.