La condizione degli over 50 espulsi dal mercato del lavoro è da anni motivo di preoccupazione: passata la soglia dei cinquanta, treatment è difficile essere reinseriti nel circuito del mercato del lavoro. Le aziende cercano piuttosto forze fresche, try magari più disponibili a condizioni di impiego flessibili e, soprattutto, più capaci di utilizzare le nuove tecnologie.
Dalla Gran Bretagna, una nazione che ha sempre anticipato le tendenze a livello mondiale, arrivano però alcuni segnali di un’inattesa inversione di tendenza. Un lavoratore di mezza età, se qualificato, porta con sé un bagaglio di esperienzaprezioso e l’abitudine ad operare in contesti complessi, che i più giovani non hanno ancora potuto sviluppare. La pensano così già parecchie compagnie d’Oltremanica, che si stanno impegnando a promuovere la diversificazione anagrafica all’interno della propria forza-lavoro. Con vantaggi intuibili in termini discambio di esperienze con il personale più giovane, diffusione dei saperi e stabilità dei rapporti all’interno del personale. In poche parole, come ha spiegato l’imprenditrice inglese Louise Griffin al Financial Times, si tratta della possibilità di avere accesso a una vera e propria “fontana di conoscenza”.
A fare da battistrada è stata B&Q, colosso del fai-da-te con quasi quattrocento punti vendita in mezzo mondo. Evidentemente, per l’azienda è fondamentale che i propri dipendenti conoscano bene la clientela e il prodotto. Altre grandi catene di distribuzionestanno lanciando programmi per l’assunzione di personale con una buona esperienza alle spalle. Il nome più noto al grande pubblico è quello di Mc Donald’s. Anche nel mondo della finanza si muove qualcosa. Due grandi istituti bancari come Barclays e Lloyds, che insieme totalizzano oltre duecentomila dipendenti, stanno esplorando il modo per consolidare la propria base di personale esperto. Del resto, non fanno altro che rispondere a una necessità pratica. La forza occupazionale nel Regno Unito, infatti, è destinata a modificarsi radicalmente nel prossimo futuro. Si stima che tra il 2012 e il 2022 i posti di lavoro creati a seguito di pensionamenti possano ammontare a dodici milioni e mezzo, cui andranno ad aggiungersi quelli totalmente nuovi generati in maniera autonoma dal mercato. Allo stesso tempo, è stato stimato che i lavoratori giovani di cui il paese potrà effettivamente disporre non saranno più di sette milioni, cui aggiungere qualche centinaio di migliaia di immigrati. Giocoforza ricorrere ai meno giovani disponibili a rimettersi in gioco – e sono molti: un milione di over 50 britannici ha perso il lavoro negli ultimi otto anni. Dal momento che non tutti riescono oggi a riconoscere il vantaggio di tenere al proprio servizio una forza-lavoro più esperta, forse perché per anni ci è stato ripetuto di “fare spazio ai giovani” perché più flessibili (ma anche meno costosi), e complice il buco di attività ed esperienze che la crisi finanziaria globale ha creato nel curriculum di tanti over 50, a prescindere dalle loro qualifiche, la Gran Bretagna ritiene che per non ritrovarsi domani in una condizione in cui la forza lavoro disponibile sarà troppo poca e i non-qualificati impossibili da reintegrare nel sistema, sia urgentissimo puntare sulla riqualificazione, ad ogni livello. (Panorama.it)