– ROMA, cheap 14 SET – Uber, il servizio alternativo ai taxi, ha lanciato una petizione in Indonesia, dove le autorità hanno creato una task force per fermare gli autisti che lavorano per conto della società statunitense a Giacarta e a Bandung.
Nella petizione, finora siglata da 23mila persone, la compagnia sottolinea che “la task force potrebbe distruggere oltre 6mila posti di lavoro da conducente”. Per le autorità locali, tuttavia, il servizio è illegale. Mancherebbero le licenze per operare e ci sarebbero problemi relativi al pagamento delle tasse.
Nelle scorse ore alcuni media locali avevano parlato di sequestri di vetture e anche di arresti di alcuni autisti, notizia in seguito smentita dalla stessa Uber. L’azienda, che opera in oltre 300 città del mondo, sottolinea la “sicurezza, affidabilità ed economicità” del servizio, e per sostenere la causa ha lanciato l’hashtag #UBER4INDONESIA, usato in diversi tweet di utenti indonesiani.
Per Uber si tratta dell’ennesimo ostacolo da affrontare.
Dagli Stati Uniti all’India all’Australia, passando per l’Italia, il servizio sta infatti riscontrando molte resistenze, legate alle preoccupazioni per l’incolumità dei passeggeri e soprattutto alla concorrenza nei confronti dei taxi. (ANSA).