Sono trascorsi esattamente 21 anni, sovaldi ma in Germania non l’hanno dimenticato: Sammy, store il caimano killer. Nel luglio del 1994 un ragazzo di 19 anni portò Sammy a passeggio in un laghetto nei pressi di Neuss, nella Ruhr. Il caimano colse l’occasione e fuggì. In estate mancano le notizie anche in Germania, stampa e televisione montarono il caso. Sammy era introvabile, finì perfino sul telegiornale nazionale. Il laghetto fu chiuso ai bagnanti. Invano: gli esperti spiegavano che il caimano, lungo 80 centimetri, era pericoloso come un barboncino. Stagione rovinata per lo stabilimento balneare sul laghetto, che chiese i danni al ragazzo. Infine, un sub trovò Sammy semiassiderato in autunno. Lo spedirono in uno zoo dell’Assia, dove attirava curiosi che non l’avevano dimenticato. È morto giovane l’anno scorso. Oggi caimani, coccodrilli, alligatori anche giganteschi sono la passione dei tedeschi. Finché la legge lo consentirà. Sammy evase durante l’era Kohl. I conservatori in Germania sono liberali, nel vero senso della parola. Non si occupano di tutto. Se non si esagera, degli animali casalinghi si occupino i condomini. I socialdemocratici, al governo con Frau Angela, che ruba loro il palcoscenico, si preoccupano invece del bene pubblico, e ora vogliono vietare di allevare in casa cobra o vedove nere. Non hanno torto. Adesso la legge varia da Land a Land: quel che è consentito a Francoforte può essere vietato a Berlino. Un problema per chi ama i pitoni e sia costretto a traslocare. In Nord Renania Westfalia è già vietato allevare animali velenosi. Secondo le statistiche, i tedeschi tengono in casa oltre 30 milioni di animali: cani, gatti, canarini, criceti, conigli, e anche leoni e pantere. In vent’anni, forse a causa del clamore provocato da Sammy, gli animali esotici sono raddoppiati: da allora sono state comprate 280 mila iguane, 213 mila pitoni, 15 mila boa e 30 mila varani. In dieci anni sono stati importati legalmente 80 mila esemplari di razze protette, ma il numero degli animali comprati al mercato nero, a un prezzo molto inferiore, è sconosciuto. La socialdemocratica Ute Vogt avverte: «La politica deve avere il coraggio di occuparsi di questo problema, di quel che va e di quel che è troppo. Dobbiamo preoccuparci del pericolo eventuale causato da alcuni animali, e di proteggere anche queste specie particolari». Alla grande fiera degli animali a Hamm, in Westfalia, è possibile acquistare di tutto, i prezzi sono molto bassi, e nessuno chiede a un acquirente se abbia la competenza per allevare un boa in salotto. Alexander Meurer, 24 anni, alleva una coppia di coccodrilli di quasi 3 metri nella cantina della sua villetta a Bingen, sulle rive del Reno, in Renania Palatinato. All’ingresso ha posto un cartello: «Pericolo di vita. Ingresso proibito». Magari un curioso o un ladro pensa di incontrare un cane lupo. «Passo ore a guardare Franzi e Ben, mi rilassa», dichiara a Die Welt. Ma la cantina di 23 metri quadrati è sufficiente a ospitare i due rettili? Alexander si comprò il suo primo caimano a 16 anni. Lo pagò 500 euro, guadagnati lavorando come ragazzo tuttofare in un supermercato. Una passione invincibile. «Perché preoccuparsi? Ho stipulato anche un’assicurazione per qualunque danno provocato da Franzi e Ben». Ed è diventato un esperto lavorando in allevamenti di coccodrilli in Australia e Florida. Di lui ci si può fidare, ma del mio vicino di casa a Berlino? Le legge, come denunciano i socialdemocratici, varia ed è ambigua. Il padrone di casa non può vietare per principio agli inquilini di tenere animali, purché non diano fastidio ai vicini. E gli animali di piccole dimensioni dovrebbero essere tollerati. Ieri si pensava ai pesci rossi e ai criceti. Ma una vedova nera è piccola e non abbaia.
di da Berlino Roberto Giardina (ItaliaOggi)