
C’era grande attesa per l’approvazione del bilancio 2014 del Genoa, soprattutto dopo la vicenda della mancata licenza UEFA e dei molti, inopportuni, accostamenti al caso Parma.
Leggiamo quindi tra le righe del bilancio 2014 del Grifone, e vediamo di determinare lo stato di salute della società fondata nel 1893.
Incassi
Diciamo subito una società di media serie A come il Genoa vive grazie alla vendita dei diritti televisivi, che nel solo 2014 ha portato nelle casse oltre 36 milioni di euro, cioè il 63% dei ricavi complessivi escludendo il calcio mercato.
I tifosi militanti hanno invece portato al Grifone, tra abbonamenti e biglietti, “solo” 4,6 milioni (8% del totale senza considerare il calciomercato), oltre ovviamente a tanto tifo, calore e amore.
Questo rapporto di forza (o meglio rapporto di incasso) spiega esattamente perché le cosiddette esigenze delle televisioni vincono, purtroppo, sempre contro quelli degli abbonati e di chi “paga il biglietto”.
Nel complesso il Genoa nel 2014 ha incassato, senza considerare il calciomercato, le plusvalenze e altre voci di natura prevalentemente contabile, circa 57 milioni di euro.
2014 | % | 2013 | % | |
Diritti televisivi | 36319 | 63,00% | 29552 | 66,00% |
Abbonamenti | 2823 | 5,00% | 2758 | 6,00% |
Biglietteria | 1811 | 3,00% | 1145 | 3,00% |
Sponsorizzazioni | 2946 | 5,00% | 3452 | 8,00% |
Contributi Lega e Fifa | 2779 | 5,00% | 1873 | 4,00% |
Cartelloni stadio | 1600 | 3,00% | 1600 | 4,00% |
Diritti d’immagine e royalties | 1154 | 2,00% | 1436 | 3,00% |
Concessioni varie | 572 | 1,00% | 1759 | 4,00% |
Altri ricavi e proventi | 7474 | 13,00% | 1080 | 2,00% |
Totale Introiti | 57478 | 100,00% | 44655 | 100,00% |
I numeri riportati in tabella ben esprimono quanto sia vitale, per una società di Serie A, il mantenimento della categoria. Un’eventuale retrocessione sarebbe infatti, nonostante i paracaduti previsti dalla Lega, devastante per le casse societarie, soprattutto in caso di non immediato ritorno in Serie A.
I 57 milioni sopra esposti, come detto, non includono gli eventuali benefici del calcio mercato, le cosiddette plusvalenze, di cui parleremo dopo, ma sono solo gli introiti riferiti al prodotto Genoa.
Costi di funzionamento
Analizzando i costi societari fissi e variabili, anche in questo caso senza considerare il parco giocatori, cioè stipendi, ammortamenti e minusvalenze, si evince come circa 19 milioni siano assorbiti per il funzionamento della società, di tutto quello che ruota intorno al Grifone (affitto stadio, impianti sportivi, gestione partite, etc..)
2014 | 2013 | |
Materiale | 1007 | 1353 |
Servizi (osservatori, trasferte, G&A) | 8900 | 7495 |
Affitti (stadio, sede, museo, etc..) | 2114 | 2167 |
Oneri vari (Tributi, Lega) | 7087 | 8904 |
Totale costi | 19108 | 19919 |
Ai costi sopra esposti dobbiamo aggiungere, prima di pensare al calcio giocato, anche gli ammortamenti non legati ai calciatori, pari a circa un 1 milione di euro.
Ecco che il Genoa, senza plusvalenze e senza l’intervento del proprietario, avrebbe poco più di 30 milioni di euro “da spendere” per coprire l’acquisto dei calciatori (e il relativo ammortamento) e gli stipendi di calciatori, tecnici, squadre giovanili e dipendenti e
Stipendi e ammortamenti
E’ abbastanza immediato capire come questa cifra rappresenti una coperta abbastanza corta per coprire il poderoso apparato rappresentato da una squadra di calcio di Serie A.
Il bilancio 2014 del Genoa ci dice infatti subito che il Grifone ha pagato nel 2014 i seguenti stipendi:
2014 | 2013 | |
Tesserati | 43093 | 50268 |
Altri dipendenti | 4512 | 4641 |
Totale Stipendi | 47605 | 54909 |
Ammortamenti | 28859 | 36442 |
Totale costi squadre | 76464 | 91351 |
Appare quindi chiara la sproporzione tra quanto il Genoa incassa e quanto il Genoa “costa”.
Ecco che spiegato perché la società è chiamata a compiere operazioni di mercato molto redditizie, tra prestiti e cessioni, per riequilibrare la situazione.
Plusvalenze e prestiti
Come sempre Preziosi è stato molto attivo sul mercato. Il 2014 ha portato in dote 13,2 milioni di plusvalenze parzialmente compensate da minusvalenze per 2,3 milioni.
Nel 2013 le plusvalenze erano state addirittura pari a 36,5 milioni, accompagnate da 13,6 milioni di minusvalenze.
Minore invece l’impatto della gestione dei prestiti, con ricavi 2014 per poco meno di 1 milione e costi per circa 2 milioni.
Nonostante le tante operazioni compiute sul mercato, il margine operativo 2014 della società Genoa è stato negativo per 24 milioni di loro, cui vanno sommati i costi della gestione delle compartecipazioni per una perdita totale ante imposte 2014 di 33,2 milioni.
Ecco perché il bilancio evidenza, ancora una volta, l’intervento dell’azionista per coprire le perdite e pareggiare i conti.
Parco giocatori
Il Genoa nel 2013 ha iniziato un percorso virtuoso di risanamento del proprio bilancio, cambiando approccio sul mercato, soprattutto in fase di acquisizione calciatori.
Potremmo definirla una politica di ottima gestione “alla Marotta”, mirata alla ricerca di opportunità sul mercato. Largo quindi ai parametri zero e ad acquisti mirati di calciatori di grande classe da rilanciare nel calcio che conta. Il tutto sotto un tetto salariale da non superare.
I soldi delle plusvalenze, negli ultimi anni, sono stati utilizzati, unitamente ai versamenti di Preziosi, per coprire le perdite e ridurre i debiti. Operazioni come quella di Luca Toni sono lontane anni luce.
La società ha ridotto i giocatori “in portafoglio”, concentrandosi solo su quelli di vero interesse. Il parco giocatori del Genoa al 31 dicembre 2014 valeva circa 46 milioni, contro i 77 dell’anno precedente. E contro valori di circa 100 milioni di qualche anno fa. Un “taglio” ai giocatori in rosa per circa 31 milioni, con evidente beneficio sull’incidenza degli ammortamenti.
I costi del vivaio capitalizzati, pari a quasi 9 milioni, dimostrano quanto la società continui a credere nel lavoro sul settore giovanile.
Debiti
Il Genoa ha, grazie a questa politica “sostenibile”, ridotto anche i propri debiti, e dati desumibili dalla relazione sulla gestione li ha continuati a ridurre nel primo semestre 2015.
Come più volte abbiamo raccontato, il Grifone ha vissuto un momento sicuramente difficile a metà 2013, ma la salvezza raggiunta grazie a Ballardini e Borriello e il salvataggio del Gruppo Giochi Preziosi, hanno scongiurato foschi scenari. Certamente l’opera di riequilibrio non è ancora terminata e determinate poste come i debiti verso l’erario devono essere ridotte.
Chi, anche a Genova, sperava in nuovo caso Parma, resterà deluso.
Federico Santini