GOODWOOD – Con la stessa puntualità dei rintocchi del Big Ben, alle 8.30 di giovedì scorso, 25 giugno, Charles Gordon-Lennox Conte di March, ha avviato il motore di una fiammante Mazda MX-5 di nuova generazione ed ha ufficialmente aperto, con la prima ‘galoppata’ sull’asfalto della sua tenuta di Goodwood, l’edizione 2015 del Festival of Speed. Con evidenti finalità promozionali – vista la massiccia sponsorizzazione della Casa giapponese, a cui è andato anche il celebre monumento davanti alla palazzina di famiglia, con due Mazda da endurance al posto delle Frecce d’Argento Mercedes dello scorso anno – Lord March ha dichiarato di ”non aver mai guidato prima” questo modello (cosa che non stupisce visto che la Mx-5 2016 arriverà sul mercato in autunno) e di essere meravigliato del fatto che la precedente versione ”è rimasta sul mercato per 25 anni”.
Ma la vera ‘meraviglia’ è apparsa nello sguardo del Conte di March – erede di una importante fortuna, compresa l’immensa tenuta di Goodwood, ben 4.856 ettari di superfice – quando domenica sera i suoi amministratori gli hanno presentato il rendiconto provvisorio dell’edizione 2015 del FOS (Festival of Speed, come lo chiamano gli addetti ai lavori), un vero record non solo per gli spazi venduti nel parco e ai bordi della pista per le esibizioni dinamiche alle aziende, ma anche per gli incassi registrati dal 25 al 28 giugno, con biglietti che vanno da 30 a 63 sterline al giorno, cioè 42-89 euro.
Il successo del Festival of Speed – vera festa dei motori, delle belle auto e dell’agonismo che per alcuni versi ricorda le prime edizioni del Bologna Motor Show ma che oggi trova una corrispondenza solo nella settimana di Peeble Beach, in California, e in poche altre manifestazioni di ‘nicchia’ – nasce dalla possibilità per tutti gli acquirenti del biglietto di vivere da vicino le molte sezioni dell’evento a contatto con i piloti, le auto da corsa, i bolidi di ultimissima generazione e perfino di esemplari da collezione del valore di molti milioni di euto. Rombo dei motori, emozioni, bolidi lanciati sulla pista (delimitata, ad arte, con grandi balle di paglia anziché con pneumatici o con le fredde protezioni in acciaio o cemento) ma anche tanti, tantissimi selfie che hanno fatto diffondere viralmente nel mondo le tante novità presentate a Goodwood con un moltilplicatore che nessun Salone al chiuso è in grado di garantire.