L’azienda di Cupertino ha mostrato i nuovi software dei computer Mac, drugstore dei suoi dispositivi mobili oltre ai nuovi servizi con cui sfiderà i concorrenti sul terreno dello streaming musicale e delle news. E sul palco sono salite anche le donne di Apple. Musica, tanta musica. Da selezionare, ascoltare in streaming e condividere. Per sfidare Spotify, Google, Deezer e gli altri. Poi, a sorpresa, l’affondo sulle news, terreno caldo sul quale si gioca una partita molto interessante e che ha visto già big come Facebook scendere con decisione in campo. Ma le novità che Apple ha presentato nella prima giornata del WWDC (Worldwide Developer Conference) che ogni anno chiama a raccolta al Moscone Center di San Francisco gli sviluppatori dei programmi della Mela di tutto il mondo, non si fermano al nuovo servizio social-streaming né all’app chiamata News che si propone come una sorta di Flipboard reinventato. Ci sono tre sistemi operativi: l’OSX 10.11 El Capitan, che succederà a Yosemite sui computer Apple, iOS9 che promette di arricchire l’esperienza d’uso degli iPhone e degli iPad, e la nuova versione di WatchOS che darà più stabilità e funzioni all’Apple Watch (in vendita in Italia il 26 giugno). Questi tre sistemi – che il CEO di Cupertino Tim Cook ha più volte definito “tre meravigliose piattaforme” – arriveranno da noi in autunno. Solo il servizio Apple Music – che ha rinverdito la tradizione di “One more Thing…” di jobsiana memoria – potremo scoprirlo prima, già dal 30 giugno, in 100 paesi tra cui l’Italia. Niente hardware dunque, come del resto nelle previsioni della vigilia. Toccherà aspettare qualche mese e forse più, per capire come sarà la nuova Apple Tv, candidata a diventare l’hub digitale della nostra casa. Le trattative tra gli executive di Cupertino e le tv che dovranno fornire i contenuti al servizio di streaming televisivo della Mela non sono ancora andate in porto. Intanto, però, con questo sguardo d’orizzonte al software che muoverà tutto questo ecosistema possiamo comprendere cosa ci aspetta nel breve termine. Vediamole, una per una, le novità software presentate oggi.
Apple Music. E’ stata lasciata alla fine del Keynote di proposito, per prendersi tutto il proscenio. E ce l’ha fatta. Il nuovo servizio è stato introdotto da quella vecchia volpe della musica che è Jimmy Iovine, produttore discografico statunitense che cominciò lavorando al sound di Lennon e Springsteen per poi passare agli U2, Tom Petty & The Heartbreakers, Stevie Nicks, Simple Minds, Dire Straits e Patti Smith. Ma, cosa forse più importante in questo contesto, è anche uno dei creatori di Beats, l’azienda comprata da Apple l’anno scorso per 3 miliardi di dollari che porta in dote un servizio di musica in streaming oltre alle sue cuffie trendy. Insomma, un’autorità nel suo campo. Detto questo, come funziona Apple Music? E’ tre cose insieme, spiega con enfasi Iovine: un rivoluzionario servizio musicale con la possibilità di scegliere e ascoltare fra le 30 milioni di canzoni presenti su iTunes, una radio globale Beats 1 che funziona 24 ore al giorno per 7 giorni e trasmette da Los Angeles, New York e Londra (con playlist create dagli artisti, e qui c’è lo zampino di Beats, ndr) e una nuova e potente interazione tra i fan e gli artisti grazie al servizio Connect (che sembra Ping riveduto e corretto). E’ ambizioso Apple Music che succede al mai tanto amato iTunes radio. Si è posto come obiettivo 100 milioni di utenti per poter scavalcare il popolare Spotify che viaggia attorno ai 60. La sfida è stata lanciata. Il prezzo di Apple Music è in linea con i concorrenti: 9,90 dollari al mese per un accesso singolo, 14,99 un pacchetto famiglia con 6 accessi. I primi tre mesi sono gratis e, notizia di un certo significato, la piattaforma sarà disponibile anche su Windows e Android.
News. E’ l’app che lancia la Mela nel mondo dell’informazione e l’ha presentata Susan Prescott, product manager della app, una delle due donne, per la prima volta nella storia di un evento Apple, a salire sul palco insieme a Jennifer Bailey, a capo della divisione Apple Pay. Dunque, News di mestiere fa l’aggregatore (quotidiani, settimanali, blog, siti di informazione) e somiglia tantissimo a Flipboard, ma certo ha un aspetto più curato. Come Flipboard impara dai nostri gusti e dalle nostre abitudini e ci offre associazioni. L’app sarà integrata in iOS9 e quindi prima dell’autunno non la vedremo. Nasce dagli accordi presi con autorevoli testate giornalistiche come, tra le altre, Time, Guardian, Cnn, Espn, Economist, Financial Times, Vogue, People, Vanity Fair e New York Times. Quest’ultima, per esempio, si è impegnata non poco con Apple: fornirà gratis una trentina di articoli al giorno. Insomma, siamo davanti a un’app che apre un mondo e che guarda dritta negli occhi Instant articles di Facebook, laddove nell’applicazione per iPhone del social network più popolare nove grandi gruppi editoriali – tra cui New York Times, Bbc, Guardian, Spiegel – offrono contenuti selezionati solo per di FB. Da due mesi c’è anche Spotify nel settore dei contenuti con il lancio della funzione “Now” (ma non in Italia).
iOs9. “Fammi vedere le foto del campeggio”. “Ricordami che devo passare dal ferramenta”. Tra le tante funzioni del nuovo sistema per iPhone e iPad questa colpisce l’immaginario di molti. Diciamo che alcune features le troviamo da tempo su Google Now, di Android. Ma Apple ci mette del suo e fa di Siri un’assistente vocale che – assicura Craig Federighi, capo del software Apple – è in grado di comprenderci il 40 per cento in più rispetto a prima. A Siri, poi, non sarà più necessario parlare con della frasi predefinite e un tantino asettiche. Saprà invece capire quello che vogliamo e ci darà risposte a maggior profondità, sia nel nostro dispositivo che nel web. Non solo: Siri diventa Proactive, proattiva, e impara dalle nostre abitudini e addirittura ci precede con suggerimenti. Accetta gli inviti per noi e li inserisce gli appuntamenti nel calendario, suggerisce i contatti che vediamo con maggior frequenza, fa partire la musica quando prendiamo le cuffie. Insomma, ci assiste in molti dei passaggi della routine quotidiana. Apple tiene a specificare: tutte queste conversazioni, questi dialoghi con Siri restano sul dispositivo non transitano sui server di Cupertino e i nostri dati non finiscono a società terze. Ancora novità in iOS9: diventa più versatile l’applicazione Note, più completa Mappe che si arricchisce dei dati sul mezzi pubblici, tutti. La tastiera guadagna il copia e incolla e all’occorrenza si trasforma in un trackpad multitouch. Non male sugli iPad. Con lo Split-View (ma solo sull’iPad Air 2) abbiamo la possibilità di visualizzare due applicazioni insieme sullo schermo (è questo il multitasking vero) e una possiamo ridurla a finestrella posizionandola dove vogliamo mentre utilizziamo un altro programma. Capitolo consumi. L’ottimizzazione del codice di iOS9 fa guadagnare un’ora di autonomia all’iPad e con la modalità basso consumo le ore salgono a tre. Altra buona notizia: iOS9 si potrà installare su tutti i dispositivi sui quali gira iOS8, sia iPhone che iPad. E anche su quelli che hanno 16 gb di memoria, considerando che l’installer occupa 1,3 Gb contro 4,6 del suo predecessore. Infine: HomeKit supporta adesso anche altri sensori e arriva la nuova versione del linguaggio di programmazione Swift che diventa open source (a questo annuncio scatta un’ovazione da parte delle migliaia di sviluppatori presenti) e sarà disponibile anche su Linux.
El Capitan. Intanto il nome del nuovo Mac OSX 10.11: è quello di un monte a picco alto 2307 metri che si trova nel parco di Yosemite, il nome dell’attuale sistema operativo dei computer Apple. Si presenta come più potente, meno pesante, più sicuro. Ci sono nuove gestures, c’è Spotlight al quale possiamo parlare con molta più libertà. Ci sono le app che si possono mettere affiancate (come per altro già avviene in Windows), c’è una ottimizzazione del software che permette un rendering grafico a maggiori prestazioni (arriva Metal da iOS) e fa felici produttori e giocatori di videogame. Mail che si aprono il doppio più velocemente e Pdf che lo fanno 4 volte. A luglio agli sviluppatori, in autunno per tutti.
WatchOS. La versione 2 del sistema operativo dell’Apple Watch, che adesso ha anche un nome, porta in dote tante migliorie dopo i problemi di gioventù. Intanto gli sviluppatori ora possono sfruttare le innovative funzioni hardware, fra cui Digital Crown, Taptic Engine e il sensore del battito cardiaco, insieme alle API software, per dar vita a nuove app. Poi l’Apple Watch diventa una sveglia, TimeTravel ci consente di capire cosa ci succede prima che accada (dal meteo alle informazioni sui ritardi degli aerei e via di questo passo), si potrà rispondere alle mail, avremo l’audio HD per le comunicazioni in FaceTime, un nuovo software per l’album di foto WhatFace, si potrà usare il TimeLapse. Complessivamente app molto più fluide in un sistema finalmente più adulto.
Apple Pay. Infine il sistema di pagamento contactless di Apple, presentato dalla vice presidente Jennifer Bailey. Negli Stati Uniti sta allargando la sua cerchia di esercizi collegati ma la notizia è che sbarca in Europa, in Gran Bretagna da luglio. Si comincerà con circa 250mila negozi, si potranno pagare i mezzi pubblici con Apple Pay. Per il resto i benefits di una normale carta di credito con punti premi e incentivi vari. Il tutto ancora molto lontano dall’Italia.
(La Repubblica)