(di Claudio Plazzotta, thumb Italia Oggi) Domani l’editore Guido Veneziani si incontra con il giudice fallimentare del tribunale di Roma per fissare alcuni punti circa la vicenda del quotidiano l’Unità. Poiché nelle scorse settimane il passaggio della testata al gruppo Veneziani era stato considerato una “cessione di ramo di azienda” (la testata non poteva essere ceduta separatamente dalla forza lavoro), l’editore ha accettato, su suggerimento del giudice, di iniziare trattative dirette con i lavoratori della ex Nie, casa editrice della vecchia Unità: 55 giornalisti e 20 poligrafici. Con i poligrafici, raccontano fonti vicine alla trattativa, l’intesa è stata già raggiunta, e nella nuova Unità verranno coinvolti 4-5 lavoratori poligrafici ex Nie.
Con la Federazione nazionale della stampa (sindacato nazionale dei giornalisti) e il cdr dell’Unità (sindacato interno dei giornalisti del quotidiano) c’è invece stato un incontro settimana scorsa, con trattative ancora aperte ma che Veneziani vorrebbe chiudere entro oggi per andare, domani, dal giudice con tutte le carte in regola. Della vecchia Unità potrebbero restare quasi 20 giornalisti, di cui una decina assunti con art. 1 e il resto con un contratto da collaboratori art. 2. Per una nuova Unità che, nelle idee di Veneziani, dovrebbe avere una redazione di circa 25 persone, di cui 20 a Milano e cinque a Roma.
Se si dovesse trovare, entro oggi, una intesa con Fnsi e cdr (ma la prospettiva appare un po’ improbabile), il giudice fallimentare, domani, potrebbe già affittare a Veneziani il ramo di azienda dell’Unità. Ed entro 40 giorni il quotidiano tornerebbe in edicola. Ovvio che più il tempo passa, più l’Unità perde valore e più Veneziani perde la pazienza, nonostante il giudice fallimentare si sia dimostrato, finora, molto disponibile. Se dovesse ritirarsi l’editore di Vero, Vero Tv, Top, Stop, Miracoli, non ci sarebbero più neppure i 10 milioni di euro utili per soddisfare il concordato preventivo, e quindi i creditori privilegiati della Nie, ovvero, tra gli altri, i giornalisti della vecchia Unità. Inoltre dal 1° agosto 2015, trascorsi i 12 mesi di assenza dalle edicole, la testata dell’Unità perderebbe ogni tipo di tutela da registrazione in tribunale, e potrebbe essere depositata da tanti altri piccoli editori in cerca di notorietà.