La Ue sostiene le Borse: “La Grecia non uscirà dall’euro”

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092555472-cc453291-1071-446c-bec8-d087336eaa4dGli addetti ai lavori sono convinti che verrà trovato un accordo. La Commissione: “L’unico piano che abbiamo è mantenere Atene nell’Eurozona”. Il braccio di ferro con la troika però potrebbe avere impatti negativi sulla crescita del Vecchio continente. Preoccupazioni anche per la crisi tra Russia e Ucraina. Rimbalza la produzione industriale francese

(di GIULIANO BALESTRERI, Repubblica)

MILANO – Ore 13:20. I mercati del Vecchio continente cercano il rimbalzo dopo la difficile seduta della vigilia. Le mosse degli addetti ai lavori sono però vincolate ai timori per l’impasse della crisi greca: lo stallo nelle trattative con la Troika porta Atene più vicina al default riaccendendo i timori di un’uscita dall’Eurozona. La Commissione Ue però si mostra più ottimista e un portavoce dice: “Il nostro unico piano è che la Grecia resti nell’Eurozona”.

Per il momento, quindi, la maggior parte degli investitori è convinta che si troverà una soluzione, tutti però sono consapevoli che un prolungato braccio di ferro andrebbe a impattare sulla crescita economica del Vecchio continente. Ieri da Washington il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ribadito che conta solo “ciò che la Grecia metterà sul tavolo dei negoziati” al meeting di domani dell’Eurogruppo.

A livello globale, la tensione resta alta per la crisi tra Russia e Ucraina: senza un accordo gli Stati Uniti armeranno Kiev contro Mosca. E mentre il Cremlino minaccia di non accettare ultimatum, Berlino chiede di andare avanti con la diplomazione. In un contesto difficile si inserisce anche la frenata dell’economia cinese: a Pechino l’inflazione a gennaio ha subito un brusco rallentamento segnando un +0,8% annuo, il livello più basso in oltre cinque anni.

Nel frattempo, in Francia è rimbalzata la produzione industriale di dicembre con un +1,5% mensile; tuttavia nel quarto trimestre 2014, l’indice della produzione industriale ha comunque segnato una contrazione dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Bene anche l’Italia, dove vola la produzione di auto e dicembre conferma la ripresa di novembre.

Piazza Affari accerla al rialzo e guadagna l’1,5%; Parigi sale dello 0,5%, mentre Londra cede lo 0,4% e Francoforte sale dello 0,5%. A Milano attenzione su Mediobanca che ha pubblicato i conti semestrali. L’euro tratta sotto la soglia di 1,13 dollari. Lo spread è in riduzione di nuovo sotto 125 punti, mentre i Btp decennali rendono l’1,62%.

In mattinata la Borsa di Tokyo ha archiviaito una seduta in leggero ribasso in scia alle preoccupazioni per la Grecia e a causa di un apprezzamento dello yen che penalizza i titoli legati all’export. L’indice Nikkei ha ceduto lo 0,33% e si è attestato a quota 17.652,68. In calo anche il Topix che ha perso lo 0,20% ed è arrivato a 1.427,72. Ieri sera, nonostante il proseguimento del rimbalzo del greggio, gli indici a Wall Street hanno chiuso in ribasso a causa delle preoccupazioni sulla Grecia, che non intende estendere il piano di salvataggio. Il Dow Jones ha perso lo 0,5%, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,4% come il Nasdaq.

Sul fronte delle materie prime, l’oro è in rialzo dello 0,6% a 1.245,98 dollari l’oncia. Il prezzo del petrolio, invece, torna in calo: pesano le previsioni dell’Aie, secondo la quale nei prossimi cinque anni le quotazioni si riprenderanno solo parzialmente. Il light crude Wti scende 52,12 dollari al barile, il Brent di Londra cala a 57,57 dollari al barile.