PICCOLO SCHERMO PIER SILVIO BERLUSCONI A TUTTO CAMPO
“La mia rivoluzione nelle tv Mediaset”
Il bilancio del suo primo anno da leader delle tre reti televisive e le idee per il futuro.
Il rapporto con il padre, l’amore e la sua vita quotidiana. per la prima volta Berlusconi Jr. si racconta.
Intervista di Cesare Lanza
Trentun anni, figlio del fondatore dell’impero, da un anno con la responsabilità di tutte le attività televisive Mediaset. E ha appena presentato un radioso bilancio della sua prima stagione di leader: Canale 5 cresce di cinque punti, raggiunge un tetto record negli ascolti. Pier Silvio (i due nomi vanno scritti staccati) Berlusconi accetta di parlare, a tutto campo. E’ la prima volta.
– Siamo ad Arcore, un buon punto di partenza. Lei abita qui?
“Si , sono rimasto l’ultimo inquilino fisso. Legatissimo a questa casa.”
– Perché?
“E’ la mia vita, da quando avevo quattro anni. Con i ricordi d’infanzia, le mie radici.
E la continuità: non ho mai cambiato casa e non credo che cambierò.”
– Come si svolge la sua giornata?
“E’ importante?”
– E’ interessante.
“ Sveglia intorno alle 7, un po’ di sport, una prima occhiata ai giornali, il breakfast.”
– Quali sport?
“Corsa, palestra, karate. Sempre meno tempo per ciò che preferivo, le passeggiate a cavallo, le immersioni da sub.”
– I giornali. Quale legge per primo?
“ Il Corriere.”
– Il breakfast.
“ Interessa questa futilità? Una cosa velocissima, una spremuta in piedi, un caffè.”
– Dov’è il suo quartier generale? E a che ora ci arriva?
“ A Cologno Monzese: arrivo intorno alle 9 e mezza e mi fermo fino alle 22.”
– Non stacca?
“Solo per colazioni di lavoro. Spesso con i collaboratori, così si crea un clima giusto, colloquiale, amichevole.”
– Chi vede più spesso?
“I direttori di rete, i vertici di Mediatrade (Roberto Pace e Maurizio Costanzo) Nicolò Querci, Giorgio Restelli, Giovani Modina, Marco Paolini, Giancarlo Scheri, Stefano Magnaghi… E molti altri. Sono orgoglioso di un risultato: ho contribuito a creare una squadra di manager, giovani, tutti cresciuti all’interno dell’azienda.”
– Per una promozione, si preferiscono i dirigenti interni?
“ A parità di valutazione, sì. Giusto che la promozione premi le carriere interne. E’ un incentivo a dare il meglio.”
– Un aggettivo, il primo che le viene in mente, per definire Rai e Mediaset.
“ Mediaset è dinamica. Giovane, di qualità. Credibile, vicina alla realtà.”
– E la Rai?
“ Istituzionale. Non oggi però, oggi è in stato confusionale.”
– Si riferisce ai casi Luttazzi e Santoro?
“ Casi inaccettabili. Chi fa l’editore deve vigilare. Una scivolata in diretta può capitare, ma se è registrata c’è premeditazione. In un’azienda pubblica, per la quale si paga un canone!”
– I personaggi Mediaset: a quali non vorrebbe mai rinunciare?
“ Antonio Ricci, Gerry Scotti, Mike Bongiorno, Mentana, Costanzo, la Ventura, Laurenti. Ma l’elenco sarebbe interminabile, sono tante le nostre bandiere.”
– In questi giorni è in ballo il passaggio di Bonolis alla Rai. Ci sarà un’asta?
“Non facciamo aste, e sono certo che non voglia farne Bonolis, grande professionista del settore. Comprendo le sue ambizioni: il Festival di Sanremo, il programma legato alla lotteria. Ma alla fine potrebbe restare in Mediaset.”
– E i dirigenti?
“Il legame affettivo e professionale più profondo è con Confalonieri, sempre presente e prezioso nei momenti di bisogno.”
– Lo definisca in due parole.
“Saggio e combattivo.”
– E oltre a Confalonieri?
“Giuliano Adreani, determinante per la linea in cui credo fin da quando mi occupavo dei palinsesti. L’attenzione, fondamentale, al rapporto tra i costi e i ricavi dei programmi.”
– La Rai. Chi le piacerebbe prendere?
“E’ nota la mia stima per Fabio Fazio.”
– Passerà con voi?
“Prima ha il diritto di capire quale spazio potrebbe avere nella Rai, a cui è legato.
Se verrà da noi, non sarà per un singolo programma, ma per un progetto da costruire insieme.”
– E oltre a Fazio?
“ Direi nessun altro.”
– Chissà quanta costernazione, tra tanti big della Rai!
“ Ma non è disistima. E’ che nessuno oggi è funzionale per i nostri progetti strategici.”
– E dal management Rai chi prenderebbe?
“Ci sono molti nomi di ottimo livello. Ma non li faccio, per evitare strumentalizzazioni.”
– E nel recente passato, com’erano i rapporti con Pierluigi Celli?
“Buoni.”
– E ora con Zaccaria?
“ Non lo conosco. Mi sembra che ecceda in interventi, spesso a sproposito.”
– E Telemontecarlo?
“ Non dimentichiamo il problema legale: l’Authority finora ha detto no. Comunque Tmc fa meno del 2% e ha un target maschile, anziano. I nuovi vertici annunciano una rete giovane. Ma, per cambiare, la strada sarà lunga e difficoltosa.”
– In questi giorni da Mediaset è uscito Giorgio Gori…
“ Normale che, dopo 17 anni nello stesso gruppo, un grande professionista come lui abbia voglia di cambiare.”
– Spesso si è scritto di forti contrasti tra voi due.
“ Macchè. Semplici problemi di lavoro.”
– Anche Gori farà il produttore. Un dubbio: non ci saranno più produttori, più
“Assolutamente sì. E la nostra scelta (mi auguro che anche la Rai, che dispone di strutture più grosse, segua questa strada) è di produrre sempre di più e mettere in onda i contenuti fatti in casa.”
– E’ una strategia industriale?
“Certo. Una volta acquistare era conveniente, oggi è importante produrre in proprio, per controllare davvero i costi e non negoziare i prezzi. In più abbiamo la forza per lanciare prodotti: oggi 42 milioni di persone entrano in contatto con le nostre tre reti, complessivamente, nell’arco delle 24 ore.”
– Un boom dovuto al Grande Fratello?
“ Nient’affatto. I primi mesi del 2001 danno risultati migliori del pur spettacoloso autunno 2000, quello del Grande Fratello. Un programma che senza di noi non sarebbe mai andato in onda.”
– Molti pensano che non sarebbe stato gran male.
“Capisco la battuta, ma non la condivido. Qualcuno, come Eugenio Scalfari, temeva il finimondo. Invece, business a parte, è stata un’operazione culturalmente moderna. E di verità: senza mediazioni, ha rivelato una generazione di giovani in larga misura sconosciuta. Ma torniamo alla produzione.”
– Prego.
“ Abbiamo preso decisioni innovative e coraggiose, ad esempio vendendo parte della Champions League alla pay tivu. Con un risparmio sui costi di palinsesto di 31 miliardi. E un aumento del 72% dei contatti di pubblicità! Canale 5, nel 2000, ha ottenuto il miglior ascolto nelle 24 ore dal 1987, da quando esiste l’Auditel: 22.5%. E le tre reti insieme il miglior ascolto degli ultimi 5 anni: 43.4%.”
– E in futuro?
“Aumenteremo la fiction italiana. Dopo Vivere, al pomeriggio, abbiamo lanciato Cento Vetrine, che ha superato il 26% di audience. La Rai stenta nella soap opera: Ricominciare è sotto la media di rete, Un posto al sole sopravvive… Noi, nel 2001, passeremo in prima serata da tre a cinque serial di lunga durata.”
– La linea in sintesi?
“ Più produzioni nella fiction, nell’intrattenimento e nell’attualità. Meno acquisti di diritti di film e altri programmi, con impegni che via via andranno a scadenza. E questo porterà ulteriori benefici al bilancio.”
– Una critica ricorrente per il vostro gruppo: carenze nelle proposte culturali e negli approfondimenti dell’informazione.
“ Premetto: noi siamo una tivu commerciale. Se la Rai, che fruisce del canone, non ci sfidasse con esasperazione sul terreno commerciale, daremmo maggior attenzione a questi settori. Ricordiamo tuttavia programmi come La macchina del tempo, i concerti, gli approfondimenti del tg5…”
– Cos’altro bolle in pentola?
“ Segnalo l’ottimo risultato di Italia 1, che aumenta gli ascolti nel target da 15 a 24 anni, mentre Rai2, che ha molto investito su questo fronte, scende di 2.2%.
Con la direzione di Stefano Magnaghi, Italia 1 sarà una rete rinnovata. Una rete che ci prova, in maniera coraggiosa.”
– Dopo questa sequela di dati e di successi, piacerebbe sapere qualcosa di più del giovane Berlusconi, quello privato.
“Non mi piace, ma mi rassegno.”
– Senza questo cognome importante, e vincolante, si sentirebbe più libero?
“ Beh, vivo con due guardie del corpo sempre attaccate alle costole…”
– Avrebbe fatto un altro mestiere?
“Mi sta bene la tivu. Da ragazzo sognavo di fare il medico, psicoendocrinologo. Sono affascinato dal rapporto tra corpo e mente. Leggo tutto, su questo argomento.”
– E’ fidanzato?
“Esco da poco da un lungo rapporto, durato alcuni anni.”
– E ora è innamorato?
“La mia vita sentimentale è felice.”
– Il rapporto col papà. A proposito, come sono le frequentazioni politiche?
“ Praticamente, zero.”
– Dal suo angolo di osservazione: un pregio e un difetto del Cavaliere, visto
“ In un rapporto padre-figlio? Sa ascoltare. Posso chiamarlo in
qualsiasi momento, per un problema personale, ad esempio un momento di tristezza: non mi dice mai di non avere tempo. E poi siamo espansivi, due teneroni.”
– E un difetto?
“Lei sorriderà. Ma non riesco a trovarne. O forse sì, ne vedo uno.”
– Quale?
“Non sa dire di no.”
Panorama, 23-03-01