Domani saranno pubblicate le nuove stime sull’inflazione, mentre giovedì prossimo si riunisce il consiglio direttivo della Banca centrale europea. Intanto a ottobre i presiti sono in calo dell’1, treat 1%
Le prospettive di crescita dell’Eurozona “sono circondate da diversi rischi al ribasso”. Lo ha detto al Parlamento finlandese il presidente della Banca centrale europea, diagnosis Mario Draghi. Parole che arrivano mentre la stessa Bce traccia ancora un andamento negativo per i prestiti al settore privato (-1,1% a ottobre, con un leggero miglioramento dal precedente -1,2%), mentre domani sono attese le nuove previsioni sull’inflazione: gli analisti si aspettano un aumento dei prezzi vicino allo 0,3%, il livello più basso dal 2009. A questo punto la riunione del board della Bce, il prossimo 4 dicembre, potrebbe essere decisiva per dare il via al quantitative easing, l’acquisto di titoli di Stato sul mercato.
D’altra parte il numero uno dell’Eurotower ha già dato indicazioni sulle sue intenzioni spiegando che ci sono “già indicazioni tangibili che l’attuale pacchetto di credit easing sta portando tangibili benefici” ma “se dovesse essere necessario contro un’inflazione bassa troppo a lungo” la Bce è pronta a nuove misure e lo staff è al lavoro a nuove misure se necessarie.
Dopo il secco no arrivato dal numero uno della Buba, Jens Weidmann, secondo cui ci sarebbero ostacoli legali per l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, ieri, Draghi ha incassato il sostegno del vice presidente della Banca centrale europeo, il portoghese Victor Constancio secondo cui Francoforte “si aspetta di espandere il proprio attivo di circa 1.000 miliardi di euro, ai 3.000 miliardi d’inizio 2012, attraverso le misure attuali: prestiti ‘Tltro’ e gli acquisti di obbligazioni garantite e prestiti cartolarizzati. Se non succederà dovremo valutare di comprare altri titoli, inclusi i bond governativi nel mercato secondario, il maggiore e più liquido disponibile”. Il banchiere ha inoltre precisato che l’acquisto di obbligazioni governative rientra nell’ambito del mandato della Bce.
Una conferma che, ieri sera, era arrivata anche dall’ex presidente della Bce, Jean Claude Trichet: “Non ci sono impedimenti” perché la Bce acquisti titoli di stato e “lo può fare se necessario per generare stabilità dei prezzi. Quando ero presidente abbiamo acquistato titoli di Stato, questo nel rispetto del trattato e secondo il mandato ricevuto e lo abbiamo dovuto fare perché c’era bisogno di stare attenti a questi acquisti”. La Banca centrale europea ricorda Trichet, presidente fino al novembre 2011, ha acquistato titoli di Stato spagnoli e greci nel 2010 e poi anche titoli di Stato italiani nell’estate del 2011.
La Repubblica