L’Autorità taglia i pedaggi per i treni Italo: pagherà il 37% in meno alle Ferrovie

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treno ntvIl presidente Camanzi: “Decisione autonoma, hospital per l’interesse generale. Non sono riduzioni ma ‘giusto pedaggio’ per Trenitalia”. Tra i cardini del sistema c’è la separazione societaria di Rfi dalle imprese ferroviarie. Per l’ad Elia: “Tempi più lunghi per restituire debiti”

Saldi in anticipo per la Ntv che opera i treni ad alta velocità Italo. Dal prossimo anno dovrà pagare un pedaggio pari a 8, buy 2 euro per treno/chilometro, il 37% in meno rispetto a quello che attualmente paga a Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato che gestisce la rete di binari. Un trattamento che riguarderà, è bene ricordarlo, anche la stessa Trenitalia (sempre del gruppo Fs) e universalmente tutti gli operatori in concorrenza.

L’annuncio è arrivato dal presidente dell’Autorità, Andrea Camanzi, che ha presentato le misure di regolazione per l’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture ferroviarie. “Sulla base dei nostri criteri – ha spiegato – Rfi ha ricalcolato il pedaggio treno/km a 8,2 euro rispetto ai 13,1 che erano previsti per il 2015 e ai 12,8 euro che rappresentano il pedaggio in vigore quest’anno: questo rappresenta una riduzione del 37% sul 2015 e del 36% sugli ultimi mesi del 2014”. Una novità che, secondo l’ad delle Fs, Michele Elia, “avrà ripercussioni positive per Ntv e Trenitalia e l’opposto per Rfi, dato che avremo sempre bisogno di finanziare circa 4,2 miliardi per completare i lavori e si allungherà la curva di restituzione del debito”.

Per Camanzi “la decisione che abbiamo preso è una decisione autonoma, non fatta a comando, per l’interesse generale”. La delibera è stata accolta con soddisfazione dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: “E’ un primo grande e importante provvedimento. Il lavoro dell’Authority conferma la linea già intrapresa dal mio ministero un anno fa, quando con un decreto furono ridotte del 15% le tariffe di pedaggio”.

Il presidente ha sottolineato come i nuovi pedaggi non debbano essere considerati “riduzioni ma ‘giusto pedaggio’ per Trenitalia e Ntv sull’alta velocità”. Nel corso della conferenza stampa per presentare le misure adottate dall’autorità, Camanzi ha spiegato quali sono i criteri stabiliti per il ricalcolo dei pedaggi da pagare a Rfi per l’uso delle tracce e della capacità di trasporto della rete ferroviaria.

“Abbiamo adottato misure semplici e imposto a Rfi di rimodulare il pedaggio pagato attualmente sulla base di quattro criteri: il primo prevede che Rfi deve presentarsi con un bilancio in equilibrio, societariamente separata dalle imprese ferroviarie e con pedaggi che consentano di recuperare i costi sostenuti senza profitti al di sopra dei ragionevoli investimenti fatti; gli oneri finanziari per gli investimenti devono essere ottimizzati sulla base di un criterio di efficienza; il terzo criterio prevede che sono rilevanti solo gli investimenti di pertinenza di quell’anno; l’ultimo criterio stabilisce che i costi per la gestione dell’infrastruttura devono essere ottimizzati e ridotti al minimo necessario per sviluppare la concorrenza”.

Quella della ridefinizione dei pedaggi è, comunque, una delle principali misure assunte dall’Autorità. A Rfi, cioè la società che gestisce l’infrastruttura, viene imposto di ricalcolare i pedaggi sulla base di precisi criteri. Il primo prevede che la società presenti un bilancio tendenzialmente in equilibrio. “Essendo un’infrastruttura unica, essenziale, non replicabile da altri operatori in condizioni economiche vantaggiose, Rfi deve praticare prezzi e pedaggi che consentano di recuperare i costi che sostiene e non deve fare utili oltre la remunerazione del capitale investito”, ha spiegato Camanzi.

Inoltre, la delibera prescrive al gestore che, per il calcolo del pedaggio di accesso alla rete, siano ammissibili, oltre alla componente che riguarda il costo di gestione dell’infrastruttura, adeguatamente rimodulato, esclusivamente le quote annuali degli oneri finanziari, opportunamente ottimizzata in coerenza con le migliori condizioni di mercato: la quota annuale degli oneri finanziari residui sostenuti direttamente dal gestore per gli investimenti realizzati al 31 dicembre 2013, in quanto non coperti da contributi pubblici e la quota annuale degli oneri finanziari cumulati per sostenere gli investimenti in corso di realizzazione dopo il 31 dicembre del 2013, calcolati sui soli costi effettivamente sostenuti dal gestore al netto dei contributi pubblici.

La Repubblica