Expo 2015, un’occasione per la creatività dell’architettura

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expoTra pochi mesi con l’apertura di Expo 2015 milioni di turisti si riverseranno a Milano e in Italia. Secondo gli esperti riuniti nel dibattito organizzato l’altroieri dalla rivista l’Arca International, nurse specializzata in architettura, design e comunicazione visiva, la rassegna avrà caratteri di unicità rispetto alle precedenti proprio per la tematica cui è dedicata, l’alimentazione, che riguarda questioni vitali per il pianeta e per l’uomo, anche se potrebbe mancare l’obiettivo di essere un laboratorio di ricerca progettuale e creativo dell’architettura.
«A partire dalla prima, le Expo sono sempre state rassegne internazionali di prodotti dell’industria di tutte le nazioni, che per 150 anni si sono date appuntamento periodicamente per far conoscere i loro prodotti», spiega Maurizio Vitta, che all’architettura, alla comunicazione visiva e al disegno industriale ha dedicato numerosi libri e anni di insegnamento presso il Politecnico di Milano e l’Accademia di Brera tra gli altri. «Sostanzialmente ci sono state tre fasi: la prima dal 1851 al 1914, fino all’interruzione della Prima guerra mondiale, caratterizzata dalla fiducia assoluta nella scienza, un’illusione distrutta dalla guerra; poi c’è stata una seconda fase negli anni 20 e 30, in cui sono stati affrontati temi caldi come il colonialismo, mentre dopo la Seconda guerra mondiale tutte le Expo sono state caratterizzate da una fiducia quasi assoluta verso la tecnica».
Oggi però qualcosa sta cambiando, secondo Vitta: «Le Expo sono state finora contraddistinte da un progressivo trionfo della tecnologia: la rassegna dell’anno prossimo, dedicata al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, sembrerebbe capovolgere la prospettiva, rimettendo al centro la natura, una svolta che non potrà essere ignorata anche nelle manifestazioni future. Inoltre, invece di essere un bilancio di quello che è stato fatto fino ad adesso, sarà più un’anticipazione di ciò che bisognerà fare d’ora in avanti, incidendo sulla storia di un pianeta che sta affrontando questioni vitali come il problema dell’alimentazione e dell’acqua».
D’altro canto, sottolinea Cesare Maria Casati, direttore de l’Arca International, «il significato di tutte le Expo è sempre stato per gli architetti di essere un laboratorio non artificiale dove sperimentare nuovi linguaggi architettonici, un luogo di ricerca progettuale e creativo: Expo 2015 potrebbe però mancare questo obiettivo».
Secondo l’architetto Joseph di Pasquale, quella di Milano «è un’Expo di altra generazione rispetto a quelle del passato. Uno degli elementi che la rendono unica è che il tema, pur essendo di interesse generale, ha un forte radicamento nel nostro territorio, nella tradizione dell’alimentazione e del gusto. Sarà un successo per la capacità di Milano di radicare sul territorio eventi globali, come nel caso del Salone del mobile».

di Irene Greguoli Venini

Italia Oggi