Linda, Annette, Antonella, Gaby… Donne al volante (di grandi marchi)

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Donna managerDa Gm a Citroën, mind da Smart a Lancia, ecco le top manager dell’industria dell’auto
di Alessandro Marchetti Tricamo

Il Salone di Parigi 2014 non sarà ricordato per un modello. Nell’aria c’è qualcosa di più. Una vera première destinata a cambiare (in meglio) il mondo dell’auto: le donne conquistano sempre più i posti di comando dell’industria automobilistica.
In altri settori è la normalità, check per quello conservatore dell’automobile è un cambiamento radicale. D’altronde nelle stesse ore in cui il Salone apre le porte, il settimanale inglese Time dedica la copertina a Mary Barra con un titolo eloquente: The Mechanic, il meccanico, che a capo di Gm dovrà «riparare» l’immagine della Casa americana dopo i milionari richiami negli Stati Uniti.
In Europa la rivoluzione ha il viso dell’inglese Linda Jackson all’esordio a Parigi come numero uno di Citroën: prima donna al comando e primo «boss» non francese. «Sono stata scelta per i miei 35 anni di esperienza nel mondo dell’auto», mette subito in chiaro la Jackson. Una manager determinata che in Inghilterra è riuscita spesso a superare con DS3 le vendite di un’icona come Mini. Sarà a lei a portare la gamma a 7 modelli (8 in meno di oggi) e ad aumentare l’internazionalità del marchio. Cina su tutto. Sarà sempre lei a consolidare il rapporto con i clienti: «A fine anno in Francia, sarà lanciato il sito web CitroënAdvisor, simile a quello di recensioni TripAdvisor: i clienti lasceranno un giudizio pubblico visibile a tutti sulla loro esperienza in concessionarie e officina Citroën senza alcun filtro da parte nostra».
Una donna «Smart»
Al Salone protagonista anche Annette Winkler, numero uno di Smart: una «donna-marchio» sempre sorridente. La Winkler sposta immediatamente il merito del suo successo «alla forza del gruppo che rende tutto più semplice», anche se poi a Stoccarda, lo spirito instancabile della manager, abituata a scalare con la sua bici il monte Toraggio (appennino ligure) oppure le colline di Piano Grande in Umbria, è da sempre considerato un esempio di disciplina e leadership. La sfida più difficile per la Winkler ora però si chiama Forfour: «La quattro posti rappresenterà in media il 30% delle vendite Smart. È un’alternativa, più compatta, alla Fiat 500». Evidente l’obiettivo: sottrarre clienti alla piccola italiana.
L’italiana della Lancia
Antonella Bruno è invece capo Emea (Europa e Medio Oriente e Africa) di Lancia, un marchio ormai dall’anima femminile: «Circa il 60% di chi lavora da noi è donna, così com’è donna il 73% dei clienti Ypsilon». A parità di competenze, per un brand sofisticato come Lancia,«”l’attenzione alla cura del dettaglio di una donna è un valore aggiunto». La Bruno aggiunge poi la sua capacità di «reinventare in continuazione un prodotto con serie speciali» che a settembre ha portato la Ypsilon ad essere la più venduta del segmento in Italia.
In Giappone
Perfino in Giappone, non proprio ai primi posti per parità dei generi, qualcosa sembra cambiare. È il caso del debutto ufficiale di Gaby-Luise Wuest, 18 anni in Bmw e ora da 3 mesi vice president global operations di Infiniti, marchio di lusso Nissan: «Siamo giapponesi ma la nostra è una delle industrie automobilistiche più multiculturali. In un contesto così, trovare spazio per crescere senza barriere di sesso e nazionalità è molto semplice». A lei, il compito da cui può dipendere il futuro della Casa giapponese in Europa: il lancio della berlina compatta Q30 atteso per il prossimo anno.