I settimanali litigano per Clooney

alfonso signorini
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alfonso signoriniChi brucia l’esclusiva di Vanity Fair con scatti non concordati

Il matrimonio di George Clooney ha scatenato l’inferno tra Vanity Fair, generic e il suo direttore Luca Dini, e il settimanale Chi, guidato da Alfonso Signorini.
Vanity, infatti, si era aggiudicato una esclusiva di cosiddetti «secondi diritti» fotografici (i primi diritti erano dei magazine Hello e People), e quindi ha dovuto attendere i tempi tecnici prima di andare in edicola, dove è sbarcato solo oggi (con un giorno di ritardo rispetto al consueto).
Il mondadoriano Chi, invece, si è accontentato di foto non concordate con gli sposi, ha messo a punto una edizione straordinaria del settimanale, e, dimostrando una grande velocità di pensiero e di macchina, è andato in edicola prima di tutti, martedì 30 settembre.
Ha, però, ritoccato pesantemente la copertina, con una foto di George e della moglie Amal scattata a Firenze il 7 settembre ma presentata come se fosse stata scattata 20 giorni dopo durante le nozze a Venezia dello scorso fine settimana (via la cravatta di Clooney, e al suo posto un bel papillon da cerimonia).
Il dibattito è succoso, e apre una serie di questioni: ha senso, nel 2014, acquistare costose esclusive fotografiche per eventi così mediatici e, tutto sommato, pubblici, dove chiunque può scattare foto col suo smartphone? È corretto taroccare le foto? Meglio rispettare le finestre imposte dai vari gradi di «diritto» acquisito e offrire un prodotto originale, o al lettore poco importano tali faccende, e preferisce avere il giornale tra le mani il prima possibile?
Va subito detto che l’esclusiva acquisita per il matrimonio di Clooney può avere un senso solo per un giornale come Vanity Fair: che, grazie a quella esclusiva, nelle scorse settimane ha potuto vendere molta più pubblicità per il numero in edicola oggi.
I circa 200 mila dollari (158 mila euro) pagati da Condè Nast sono quindi stati ammortizzati dall’incremento di investitori commerciali. Per ogni altro settimanale, invece, l’operazione sarebbe stata priva di senso economico (anche se pure il direttore Dini, una volta staccato il ricco assegno per l’esclusiva, avrebbe successivamente detto ai suoi giornalisti: d’ora in poi, e fino alla fine dell’anno, le interviste si fanno solo al telefono, basta viaggi).
Signorini è invece stato molto rapido, battendo la concorrenza sui tempi. L’esclusiva di primo diritto sulle nozze Clooney (quella poi acquistata da Hello e People) era stata proposta pure a Segrate. Prezzo: 500 mila euro. Mondadori ha cortesemente rifiutato e ha preferito mandare suoi fotografi in laguna, a scattare arrampicandosi sugli alberi.
Nella edizione speciale di Chi uscita martedì 30 settembre con una tiratura monstre di 500 mila copie e un buon incremento della raccolta pubblicitaria ci sono molte foto, non posate, delle nozze di Clooney. Ma invece di usare uno di quegli scatti, il direttore mondadoriano ha preferito, come detto, ritoccare in maniera pesante una foto del 7 settembre, scattata alla coppia a Firenze e in tutt’altro contesto. Agli attacchi subiti da Condè Nast Signorini ha risposto con toni durissimi: «Di fotomontaggi sono piene le copertine dei giornali. Non sarà questo né il primo né l’ultimo. E un papillon al posto della cravatta non sconvolge i destini dell’umanità. Ben contento di aver risparmiato 250 mila euro per una esclusiva che esclusiva non è, visto che è stata completamente bruciata da giornali come Hello e People, già in rete con le loro immagini. Ben contento di offrire ai miei numerosissimi lettori, in anticipo rispetto a tutti i settimanali italiani, un reportage di 40 pagine, alcune esclusivissime, come le foto interne della festa di nozze, sul matrimonio più paparazzato e detestato degli ultimi anni. E chi è rimasto al palo o ha buttato via a vanvera una paccata di soldi, che di questi tempi sono preziosi per qualsiasi azienda, se ne faccia una ragione».
Il direttore di Vanity Fair ha prontamente controrisposto: «Un papillon al posto della cravatta non sconvolge i destini dell’umanità, ma fa male, secondo il mio umile punto di vista, alla reputazione già malconcia di tutta la categoria dei giornalisti, nessuno escluso, neanche quelli che storcono il naso davanti alle nozze di Clooney. E se è vero anche che di fotomontaggi sono piene le copertine dei giornali, (non tutti, peraltro), una cosa è accostare di un centimetro due persone in una foto per renderla più compatta, o attenuare le rughe di una signora per placare le sue insicurezze, diverso è spacciare una cosa per un’altra. Non è il papillon al posto della cravatta: è Venezia al posto di Firenze».
Si tratta, cioè, di rispetto del lettore, che forse non merita di essere ingannato, di vedere tradita la sua fiducia. Il settimanale Oggi, per esempio, è uscito ieri in edicola con una serie di foto delle nozze di Clooney scattate da Massimo Sestini, sguinzagliato tra le calli dal direttore Umberto Brindani: «Io non ho mai fatto un fotomontaggio in copertina, né mai lo farò. La foto ha un valore documentale. Taroccare una foto sarebbe come taroccare un pezzo scritto. Non si fa».
Sul caso Clooney è intervenuto anche Aldo Vitali, direttore di Sorrisi e canzoni, con alcuni tweet ironici: «Dunque l’edizione straordinaria di Vanity Fair uscirà con un giorno di ritardo? Le notizie invecchiano in fretta. Clooney, ora che uscite (rivolto a Vanity Fair, ndr), ha festeggiato le nozze d’argento». Tweet a cui ha ovviamente replicato Dini: «Meglio un’esclusiva vera domani (oggi, ndr) che una non-esclusiva taroccata ieri (martedì, ndr). Ora che i lettori di Chi vedono le foto del matrimonio, e non della gente che fuma in giardino, George è morto. A volte aspettare vale la pena».
Insomma, che dire, un bel pollaio.
di Claudio Plazzotta

Italia Oggi