DA SCONCERTI ALLA NONNA // DATE UN PREMIO A FLORENZI

alessandro florenzi
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alessandro florenzidi Cesare Lanza

Nel calcio hanno qualche significativa importanza le cifre, view le statistiche – per spiegare un risultato, o avanzare attendibili previsioni? A mio parere, no. In altri sport, di inesorabile valenza tecnica, sì: nell’atletica leggera e nel basket, nell’automobilismo e nel tennis, nella pallavolo e anche – quando il match non è truccato – nel pugilato… Ma nel calcio? Per sovvertire il risultato apparentemente più probabile, basta una prodezza o un errore imprevedibili, un ciuffo d’erba, una qualsiasi svirgolata, il pasticcio di un arbitro. Ma soprattutto, per ribaltare i pronostici tecnici, spesso bastano l’orgogliosa prestazione, lo spirito di sacrificio della squadra e dei calciatori meno dotati. (“Vinca il migliore!”, dissero al mitico Nereo Rocco, quando era allenatore del Padova. E lui, campione di ironia: “Sperém de no…”).
Su questo tema, ho avuto interminabili discussioni con Giorgio Tosatti, che inventò l’analisi tecnica delle partite di calcio anche in chiave statistica. Oggi, erede di Tosatti é Mario Sconcerti, su Sky. È autorevole, colto e persuasivo. Quasi sempre. Quasi perché, quando entra nel labirinto dei numeri, proprio no: mi permetto di dissentire, anche di sorridere.
Per me, i prodigi del valore umano, della “squadra”, eguagliano le qualità dei campioni. Se così non fosse, non avremmo mai vinto il campionato del mondo nel 1982, quando non eravamo nè i migliori nè i favoriti. Con prestazioni assolutamente imprevedibili.
Ieri la Roma, come chiunque prevedeva senza bisogno di far ricordo alle statistiche, ha liquidato il Cagliari con entusiasmante rapidità. Ma nessuno poteva prevedere un gesto memorabile sul piano umano, come quello di Florenzi che corre ad abbracciare la nonna in tribuna! Questo è il fascino, immutabile e intramontabile, del calcio: la dimensione umana. Florenzi galvanizzato dalla volontà di far bella figura di fronte alla nonna, è il nipotino che corre ad abbracciare l’amatissima ritornando bambino, e la nonna che si asciuga le lacrime: questo è un bel pomeriggio di calcio perché tutto questo è vita. Le telecamere mi hanno coinvolto più di un dribbling di Messi o di un calcio di punizione di Pirlo.
Infine, l’arbitro secondo regolamento ha ammonito Florenzi perché non doveva uscire dal campo. Ma chi é il genio che detta queste regole? Diamo piuttosto un premio a questo gesto. Che ci ricorda come potrebbe essere il calcio: semplice, puro e perfino educativo.

Corriere dello Sport Stadio