L’inchiostro delle firme deve ancora asciugarsi sull’accordo di uscita di Luca Montezemolo da Ferrari, search che già si parla di lui per un nuovo ruolo: presidente della nuova Alitalia con Etihad alla cloche. Niente è già deciso perché restano due passaggi delicati attraverso due autorità di controllo. Bruxelles deve pronunciarsi sull’operazione Alitalia-Etihad, prostate sulla quale pesa un ricorso di Lufthansa, e pensare che i tedeschi protestino solo per perdere tempo e soldi in avvocati sarebbe l’ennesima ingenuità all’italiana. L’altro pronunciamento potrebbe riguardare l’Antitrust italiana, che dirime anche sui conflitti d’interessi. Con Diego Della Valle e Gianni Punzo, Montezemolo ha il 35% di Ntv, l’alta velocità ferroviaria privata in concorrenza con Trenitalia. In tempi recenti, treni e aerei si sono sempre fatti concorrenza: è stata l’alta velocità del Frecciarossa e di Italo ad aver contribuito al fiasco del piano di rilancio Alitalia del 2008 voluto da Silvio Berlusconi e Corrado Passera, basato su un’«esclusiva» nella tratta Roma-Milano. I treni a 300 all’ora hanno dimostrato che oggi non è più possibile chiudere i mercati come fossero riserve di caccia. In teoria dunque Montezemolo presidente della nuova Alitalia potrebbe essere in conflitto con Montezemolo socio di Ntv. Una seconda occhiata però fa sospettare che questa scelta, se sarà confermata, merita una lettura diversa e forse è la prima mossa di una partita più ampia sull’intero sistema dei trasporti. Non c’entrano tanto gli antichi rapporti dell’ex presidente di Ferrari con Abu Dhabi, al punto che il primo approccio per Alitalia tra i vertici di Etihad e Matteo Renzi avvenne in un incontro a casa sua. Né conta il fatto che la nuova Alitalia punterà sui collegamenti di medio-lungo raggio e non fra le città italiane. Un indizio interessante è piuttosto che Ntv e Alitalia stanno per chiudere (questione di settimane) un accordo commerciale. Il treno Italo andrà a Fiumicino in corrispondenza con i collegamenti internazionali del vettore e da lì porterà i flussi di turisti nelle città d’arte. L’intesa è maturata prima e senza Montezemolo, e anche Trenitalia sta riflettendo all’opportunità di accordi del genere. Lo vedremo fra qualche mese. Molti indizi però segnalano che siamo alla vigilia di un’evoluzione dei trasporti in Italia. L’alta velocità negli aeroporti, prima sulle rotaie esistenti e poi su infrastrutture moderne. Biglietti unici «aereo più treno», comprati a Hong Kong per visitare Roma-Firenze-Milano-Venezia. Offerte integrate per intercettare i grandi flussi del turismo globale. Cercare un’azionista dei treni, per la nuova Alitalia «araba», è un segnale: può funzionare o meno, e Montezemolo potrà essere o meno all’altezza. Ma in quest’Italia in recessione cronica, con le imprese sottocapitalizzate, non tutto, non sempre, deve andare per il verso sbagliato. Nel XXI secolo c’è spazio per questo Paese.
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