Da ricordare che Pirelli è la maggiore società produttrice di pneumatici in Europa con la più importante esposizione sui mercati emergenti (55% del totale) e vanta una forte presenza in quelli sud americani. Kepler sottolinea il marchio forte, la solida struttura dei costi e il focus migliorato sul segmento premium, tutti elementi che per la banca d’affari supportano una crescita organica a una cifra e un ulteriore miglioramento nei ricavi attesi per il 2014-2016 (quest’anno sono attesi a 6,120 miliardi dai 6,146 miliardi del 2013 e nel 2015 a 6,499 miliardi).
Pirelli ha previsto, per il secondo semestre, un movimento dei cambi piuttosto conservativo, con un’ulteriore discesa delle valute sudamericane (-8,5/-9,5% l’impatto sui ricavi). La società rimane tuttavia fiduciosa nei volumi di vendite per il secondo semestre e per tutto il 2015 grazie alla crescita rapida dei veicoli registrata negli ultimi anni, in particolar modo in Brasile.
L’azione scambia ora a multipli più bassi rispetto alla media storica ma, per Kepler, è destinata a salire nei prossimi mesi con la pubblicazione dei conti. Oggi il titolo viaggia a 7,8 volte e 6,9 volte il rapporto enterprise value/ebit (valore d’impresa rapportato al margine operativo lordo) e a 13,3 e 10,9 volte gli utili, quindi a sconto rispetto alla media storica e nella parte più bassa dei multipli del settore. Inoltre il rendimento del free cash flow è uno dei più alti nel comparto auto europeo al 6,7% e all’8,3%, nel 2014 e nel 2015 rispettivamente, fornendo un altro supporto al titolo in borsa.
Milano Finanza