Nel tentativo di catturare parte degli introiti pubblicitari radiofonici e tenere a distanza la rivale Apple Music
Il più grande servizio streaming del mondo, Spotify, inizierà da febbraio a offrire podcast di informazione e di approfondimento politico, con l’obiettivo di sottrarre almeno una parte di ascoltatori alla rivale Apple Music, che fornisce molti contenuti di questo tipo. Secondo quanto riportato sul sito ufficiale , già otto compagnie hanno accettato di produrre contenuti giornalistici per questa nuova iniziativa, che prenderà il nome di Spotlight.
Tra i partner che hanno accettato di lavorare per Spotlight troviamo BuzzFeed, Cheddar, Refinery29 e altri, che produrranno dei podcast di notizie (detti “newscast”) creati dai loro giornalisti, Per il momento, questa evoluzione di Spotify sarà testata solo negli Stati Uniti, ma se avesse successo, e Spotlight si espandesse al mercato europeo, potrebbe essere una boccata d’ossigeno per le economie di un settore, quello giornalistico, che da tempo si trova in difficoltà.
Al di là della rivalità con Apple Music, per Spotify si apre anche la possibilità di conquistare una fetta della pubblicità radiofonica, che a oggi vale 18 miliardi di euro. Una mossa che consentirebbe tra l’altro alla società svedese di presentarsi nel migliore dei modi alla imminente quotazione a Wall Street. Nonostante il servizio di streaming abbia rimesso in carreggiata l’intera industria musicale, consentendole di ricominciare a macinare guadagni, Spotify non è infatti ancora in grado di produrre profitti, a causa del costo dei diritti musicali.
Ospitare dei podcast di notizie e politica, ma più avanti anche sport, cultura e altro, avrebbe sicuramente costi molto inferiori e potrebbe quindi garantire un margine di profitti più alto. Allo stesso tempo, Spotify dovrà guardarsi le spalle dai due colossi che va a stuzzicare: Apple, ma anche YouTube. A quanto pare, infatti, alcuni di questi podcast saranno accompagnati da video e immagini.
La Stampa