Lo storico e linguista Noam Chomsky ha criticato aspramente l’amministrazione del presidente Donald Trump. Secondo Chomsky, infatti, il forte aumento dei prezzi, alimentato da Trump, nei principali mercati porterà presto a un’altra pesante crisi finanziaria. Ma non è l’unica critica mossa dal filosofo al presidente: per Chomsky tutta la campagna “anti-establishment” condotta da Trump non è altro che uno “scherzo”. “Cosa di quello che sta facendo è anti-establishment? Basta guardare alle persone che ha incaricato e alla sua politica di anti regolamentazione, elementi che hanno incoraggiato il mercato azionario”. Per Chomsky, quindi, l’amministrazione Trump starebbe favorendo quelle che da sempre sono considerate le istituzioni dell’establishment: “I miliardari, i grandi istituti finanziari, l’esercito. Basta guardare il mercato azionario per capire come stanno le cose”, afferma Chomsky.
In particolare, il filosofo si riferisce ad alcuni uomini che fanno parte del team del presidente: il Segretario del Tesoro Steve Mnuchin, proveniente dalla Goldman Sachs, e Gary Cohn, direttore del Consiglio Economico Nazionale, anche lui ex membro della banca d’affari newyorchese.
“Non appena è stato eletto Trump, i valori azionari delle istituzioni finanziarie sono schizzati al cielo”, sottolinea Chomsky. “Gli investitori – continua il linguista – sono deliziati da questa sua iniziativa – eliminare qualsiasi tipo di regolamentazione – perché per loro significa avere un profitto maggiore. Ma tutto questo porterà a un’altra crisi finanziaria. A loro non importa, tanto il problema non è loro. I contribuenti pagheranno le conseguenze”.
Le parole di Chomsky sono confermate da altri esperti del settore, che si aspettano un periodo tumultuoso nel mondo della finanza con il presidente Trump, anche se, per loro stessa ammissione, dal giorno dell’elezione, l’8 novembre scorso, i mercati azionari americani hanno raggiunto dei livelli record, e tutt’ora continuano a crescere. Le azioni di imprese farmaceutiche, banche e prigioni sono aumentate vertiginosamente dopo la promessa della riforma fiscale e meno regolamentazione.
Trump ha specificato che la crescita dei mercati è un chiaro segnale del successo della sua amministrazione, iniziata il 20 gennaio. Si è detto soddisfatto anche dell’aumento dei posti di lavoro, circa 235mila solo a febbraio. Numeri molto simili a quelli registrati durante la presidenza Obama, numeri che all’epoca Trump definì “fasulli”.
Il problema, stando alle valutazioni degli economisti, è che quanto sta facendo Trump aiuta i ricchi a diventare ancora più ricchi, in un paese dove poco più di cinque milioni di abitanti sono milionari.
THE HUFFINGTON POST