La Gran Bretagna si prepara a chiudere i conti con il carbone, prescription parte integrante della sua storia di potenza industriale fino al secolo scorso. Ad annunciarlo e’ la giovane ed emergente Amber Rudd, help ministro dell’Energia del governo di David Cameron, prospettando la chiusura dell’ultima centrale a carbone del Regno entro un decennio esatto, e una sostanziale riduzione gia’ nel 2023. Ma a patto che il fabbisogno energetico sia compensato nei prossimi anni dal gas e da almeno tre nuovi impianti nucleari.
Rudd ha riconosciuto che il carbone e’ “inquinante” e che incide sulle emissioni nocive, sullo sfondo di dati che proprio oggi confermano i segnali di un’accelerazione dei cambiamenti climatici e del riscaldamento del pianeta. Ma ha parlato anche di una fonte d’energia ormai obsoleta e anti-economica: come testimonia del resto l’imminente chiusura dell’ultima, storica miniera carbonifera del Paese sfuggita alla grande crisi degli anni ’80 segnata dallo storico e drammatico braccio di ferro fra i minatori di Galles e Inghilterra e il governo Thatcher.
Wwf e Greenpeace, Italia segua Gb su addio a carbone e chiuda le centrali, non ne abbiamo bisogno
Se il Regno Unito è pronto a dire addio al carbone, che nel Paese rappresenta circa il 30% della produzione elettrica, a maggior ragione l’Italia, dove questo combustibile genera appena il 13,5% dell’energia, può chiudere le sue centrali. Lo sostengono le associazioni ambientaliste Wwf e Greenpeace dopo l’annuncio del governo britannico. “Il carbone è il combustibile fossile più inquinante, il cui uso produce le più alte emissioni di CO2, ed è un combustibile di cui l’Unione Europea può fare a meno rapidamente”, dice il Wwf auspicando che gli altri Paesi Ue seguano l’esempio del Regno Unito. In primis l’Italia, che “non ha alcun bisogno dell’energia prodotta con il carbone, avendo una sovrabbondanza di offerta per la produzione di energia elettrica”, circa 121,8 GW a fronte di un massimo picco di domanda di 59 GW.
Nel giugno scorso, ricorda l’associazione del Panda, durante gli Stati Generali per il Clima premier Matteo Renzi convenne sulla necessità di eliminare il carbone. Ora “a tale affermazione facciano seguito provvedimenti”. Greenpeace cita anche l’aggiornamento del piano industriale di Enel, che vede la multinazionale italiana rafforzare la sua strategia di decarbonizzazione. “I Paesi con più capacità di visione del futuro industriale, così come le aziende più innovative – dice l’organizzazione arcobaleno – oggi fanno scelte molto chiare: escono dal carbone e puntano su tecnologie di generazione più pulite. Che a farlo sia il Regno Unito, dove il carbone segnò l’inizio dell’età industriale, è ancor più significativo. Cosa aspetta l’Italia a fare sul serio e a sbarazzarsi di un residuo industriale divenuto imbarazzante per molti altri governi?”.